Covid, l’Istituto Superiore di Sanità: “il 68% dei ricoverati e il 63% dei morti è vaccinato, 12.811 ricoveri e 2.403 decessi dopo la terza dose”

Covid, il bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità fornisce i dati di ricoveri e decessi per stato vaccinale: migliaia di decessi e ricoverati anche dopo la terza dose, la grande maggioranza dei morti e delle ospedalizzazioni è tra i vaccinati
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Tra il 7 gennaio e il 6 febbraio 2022 in Italia sono stati ricoverati con Covid-19 42.138 pazienti: di questi soltanto 13.534 (il 32,1%) non erano vaccinati, quindi il 67,9% dei ricoveri Covid dell’ultimo mese in esame si è verificato tra i vaccinati. E’ quanto emerge nell’ultimo bollettino ufficiale del monitoraggio epidemiologico pubblicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità.

Anche nei reparti di terapia intensiva, per la prima volta, il numero dei vaccinati ricoverati è superiore a quello dei non vaccinati: nello stesso lasso di tempo (dal 7 gennaio al 6 febbraio), infatti, sono entrati nei reparti di rianimazione 2.625 pazienti. Di questi, 1.261 pari al 48% erano non vaccinati, mentre la maggioranza (il 52%) aveva ricevuto il vaccino.

Una buona fetta dei ricoverati in tutti i reparti aveva ricevuto persino la terza dose: si tratta di ben 12.271 pazienti nei reparti ordinari, pari al 29,1% del totale, e di 540 pazienti in terapia intensiva, pari al 21% del totale.

Nell’ultimo bollettino, inoltre, è fornito il numero dei morti del mese di Gennaio: i decessi in Italia sono stati 9.295, di cui 3.470 non vaccinati e 5.825 vaccinati. Significa che il 37,3% dei morti non era vaccinato, a fronte di un 62,7% di morti vaccinato. Tra questi, 2.403 avevano ricevuto la terza dose, pari al 25,8% del totale.

Ovviamente questi dati non vanno letti in modo fuorviante: non significa che il vaccino non è efficace. Nel bollettino, infatti, il campione di riferimento nel caso dei ricoveri vede un 10,7% dell’intera popolazione che in quella data non era vaccinata, mentre il 41,6% aveva ricevuto la terza dose. Quindi significa che dal 10,7% di popolazione non vaccinata arriva il 32,1% di ricoveri, e che dal 41,6% di popolazione che ha ricevuto la terza dose arriva il 29,1% di ricoveri. Appare quindi evidente come i non vaccinati abbiano un rischio di ricovero superiore a quello dei vaccinati, e i vaccinati con tre dosi un rischio inferiore rispetto ai vaccinati con due dosi e ai non vaccinati. Stesso discorso per i morti (nel campione dei dati sui decessi, i non vaccinati sono l’11% e i boosterizzati sono il 36%). In ogni caso, si evidenzia che il vaccino non fornisce alcuna garanzia assoluta, riduce i rischi ma non li elimina, e la riduzione del rischio non è certo enorme. Un non vaccinato, infatti, rischia il ricovero appena 4 volte in più di un vaccinato con due dosi e 9 volte in più di un vaccinato con tre dosi. Rischia il decesso appena 5 volte in più di un vaccinato con due dosi, e 17 volte in più di un vaccinato con tre dosi, ma soltanto in alcune fasce d’età. Per i giovani con meno di 40 anni, infatti, il beneficio del vaccino è davvero minimo, perché i rischi da Covid sono davvero minimi, e resta l’anomalia della terza dose che in questa fascia d’età non apporta alcun beneficio rispetto a chi ne ha avute due.

Inoltre, per quanto riguarda la diagnosi, la riduzione del rischio è davvero irrisoria: un non vaccinato rischia di contagiarsi appena 2 volte in più di un vaccinato.

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Fonte: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_23-febbraio-2022.pdf

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