Alle quattro di questa notte, il presidente russo Vladimir Putin, ha ordinato l’attacco mirato all’Ucraina, ufficialmente a difesa delle repubbliche separatiste Donetsk e Luhansk. Esprimendo naturalmente un profondo senso di rammarico per la decisione presa e naturalmente condannando a priori qualsiasi forma di violenza, in questa sede ci occuperemo solo di evidenziare l’aspetto meteo in quell’area di guerra, aspetto meteo che riteniamo fondamentale anche per le manovre strategiche. Intanto le minacce di attacco erano già state poste per la fase intorno a metà mese poi non accadute, verosimilmente anche in prospettiva di un peggioramento del tempo atteso nei giorni appena successivi quella possibile data. Avevamo ipotizzato in un nostro articolo di riferimento Crisi Russia-Ucraina: fattore climatico possibile concausa dell’escalation della crisi che, tuttavia, questa fase ancora invernale sarebbe stata quella più predisponente per una possibile azione di guerra da parte della Russia verso l’Ucraina. Difficilmente, infatti, per una questione soprattutto di opportunità pratica, un attacco avrebbe potuto verificarsi in una fase stagionale più avanzata, magari in primavera, per via del disgelo, quindi di un terreno più umido e impraticabile con ovvi disagi nei movimenti di truppe e mezzi di terra.
Strategicamente era da mettere nel conto che un eventuale attacco russo all’Ucraina sarebbe stato più opportuno in questa fase stagionale. L’attacco è ora accaduto in contesto meteo climatico in gran parte stabile, salvo un po’ di fastidi per piogge e qualche nevicata sul fronte orientale ucraino, quindi proprio ai confini tra la Russia e le repubbliche separatiste. Sugli altri fronti, tuttavia, vi è in queste ore una generale stabilità. Verso il fine settimana, però, potrebbero tornare altri fastidi instabili e soprattutto nevosi a più larga scala, in particolare sempre sul fronte vicino ai confini russi, questa volta un po’ più di Nordest, quindi tra le regioni di Katkov, Poltava e Sumy. Possibili fastidi nevosi ancora sull’area meridionale della regione separatista di Luhansk. Si spera che i combattimenti cessino prima, ma con buona probabilità, se dovessero continuare, il fronte d’azione nei prossimi giorni potrebbe maggiormente attuarsi lungo i confini meridionali, sostanzialmente, quindi, quelli che si affacciano sul Mar Nero e attraverso la penisola di Crimea; altro fronte meno disturbato sotto l’aspetto del tempo potrebbe essere quello bielorusso, quindi anche questo potrebbe essere una zona più calda, peraltro più vicina a Kyiv. Se l’azione militare dovesse divenire più incandescente proprio su quest’ultima area, magari potrebbero esserci motivi di maggiore tensione perché questa è l’aria più prossima all’Europa centrale, si tratterebbe infatti del settore appena confinante con la Polonia. La relazione di MeteoWeb continuerà a seguire l’evoluzione sotto l’aspetto meteo dell’aria Ucraina con periodici aggiornamenti.