Il New York Times spiega come il Covid ha diviso la società in Italia: chi accetta il rischio contro chi vuole essere ancora prudente

Il New York Times: "inizialmente schiacciata dal virus, l'Italia oggi ha la promessa di un futuro prossimo in cui lo scisma nella società non è più tra i vaccinati e i non vaccinati, ma tra coloro che accettano il rischio e coloro che sono avversi al rischio"
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Con la variante Omicron del coronavirus SARS-CoV-2 che si diffonde molto più facilmente e più rapidamente tra le persone, anche le famiglie vaccinate sono messe a dura prova, tra chi è più propenso ad un approccio più rilassato alla pandemia e chi vuole restare ancora molto prudente. La cosa vale più o meno in tutto il mondo, soprattutto dove sono state vaccinate parti significative della popolazione, come l’Italia, che ora ha uno dei tassi di vaccinazione più alti al mondo.

Inizialmente schiacciata dal virus, l’Italia oggi ha la promessa di un futuro prossimo in cui lo scisma nella società non è più tra i vaccinati e i non vaccinati, o tra i responsabili a livello sociale e i “fuorilegge”, ma tra coloro che accettano il rischio e coloro che sono avversi al rischio, si legge in un articolo del New York Times, che parla di questa nuova “divisione” causata dalla pandemia. “Per molti che hanno ricevuto la terza dose di vaccino, la vita è diventata una trattativa costante tra chi vuole riprendere a cenare nei ristoranti, chi è ancora riluttante ad accettare consegne e chi vuole solo prendere il virus e farla finita con le quarantene obbligatorie”, evidenzia l’articolo.

L’articolo fa notare che questa situazione si è presentata a maggior ragione durante le recenti festività natalizie e di Capodanno, con gli adolescenti a fare un tampone per riunirsi con gli zii reclusi e pietrificati dal virus o con i nonni incerti sulla protezione offerta loro dalla terza dose di vaccino. “In Italia, dove spesso generazioni di famiglie si vedono e spesso convivono, navigare tra i capricci del decorum di Omicron è un esercizio costante”, sottolinea il giornale.

L’articolo evidenzia come in Italia oltre l’80% della popolazione, compresi i bambini, ha ricevuto due dosi di vaccino, per poi parlare delle restrizioni imposte dal governo, come l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. Oltre a citare la multa per le persone di almeno 50 anni che non vogliono essere vaccinate, l’articolo del New York Times riporta che “il vero deterrente resta l’isolamento dalla vita pubblica, con tutto, dall’entrare in un bar a prendere un autobus pubblico o andare al lavoro, che è vietato ai non vaccinati”.

L’articolo raccoglie, inoltre, alcune testimonianze del diverso approccio alla pandemia nelle famiglie vaccinate. Una di queste storie la racconta Mariagiovanna Togna, che è disposta ad accompagnare i suoi figli a giocare all’aperto dopo la scuola. Ma suo marito, più ansioso per natura, indossa ancora guanti di gomma, pulisce la spesa e respinge gli ospiti. Una delle sorelle della signora Togna a Roma è più rilassata e va a lezione di yoga e al lavoro, e sua figlia di 15 anni ha organizzato una festa di compleanno al chiuso. Il fratello della signora, a Trento, che alla fine ha accettato di farsi vaccinare per continuare ad uscire nei bar, ha detto lei, recentemente è andato in vacanza lungo la Costiera Amalfitana. Ma quando sono arrivate le vacanze di Natale, i loro genitori, sulla settantina, gli hanno chiesto di stare in un bed and breakfast.

Tutti quelli che sono tornati a casa a Benevento hanno dovuto fare un test rapido, compresa un’altra sorella, che dipende dalla madre per fare da babysitter. Anche se il governo ha represso gli sforzi nella Regione Campania, dove vive, di ritardare la scuola di in presenza, preferisce tenere suo figlio fuori dalla scuola materna. “Siamo tutti vaccinati, molti già con la terza dose, abbiamo tutti un senso civico nell’essere attenti a noi stessi e agli altri. Ma abbiamo stili di vita diversi”, ha detto.

La signora Togna ha detto di sentirsi isolata e allo stremo. Vedere così tante persone intorno a lei contagiate, messe in quarantena e poi andare avanti con le loro vite, ha detto, l’ha incoraggiata a cercare di allontanarsi leggermente dalla parte estremamente prudente dello spettro. Ma è stato difficile. “Da un lato, penso di dover cambiare il mio comportamento e trascinare con me tutta la mia famiglia, ma sarà molto difficile. Anche se è endemico, c’è sempre il rischio”, ha detto.

Un’altra storia emblematica dell’attuale situazione nel nostro Paese arriva da Roma. Il New York Times racconta di Isabella Carletti, 65 anni, che si è alzata con il marito dal tavolo di un ristorante in cui stavano pranzando ed è uscita fuori. “Mi sentivo a disagio lì dentro, volevo prendere un po’ d’aria. Di solito prenotiamo fuori, ma non siamo riusciti a trovare un tavolo”, ha detto la donna, che poi ha acceso una sigaretta, suggerendo che il fumo era “meno pericoloso” dell’aria all’interno del locale. Ma poi è rientrata.

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