Con lo scoppio della guerra per mano della Russia, l’Ucraina è alle prese con un’emergenza bellica e umanitaria di proporzioni drammatiche. Ovviamente l’emergenza Covid-19 è passata in secondo piano, tanto che il Paese non è più in grado neanche di fornire i dati. Sono saltati tutti i sistemi relativi al tracciamento dei casi (tamponi) e ai ricoveri, con gli ospedali che lavorano in assetto di guerra e che hanno avuto un boom di ricoveri di feriti di guerra. Il blackout dei dati epidemiologici dall’Ucraina è particolarmente preoccupante perché fino ad oggi è stato uno dei Paesi più colpiti al mondo: fino ad oggi era al 18° posto assoluto mondiale per numero di contagi accertati (oltre 4 milioni e 800 mila), e proprio oggi è stato superato dal Giappone. I morti in Ucraina sono stati 105.505 su 42 milioni di abitanti: il tasso di mortalità è di 2.437 morti ogni milione di abitanti, inferiore a quello dell’Italia (2.557) ma comunque tra i più alti al mondo. Adesso lo scoppio della guerra ha posto la pandemia, ovviamente, in secondo piano e la logistica di guerra, con le truppe di soldati e di civili mobilitati per i combattimenti da un lato, e la popolazione obbligata ad ammassarsi nei rifugi o su strade e treni in fuga verso le frontiere occidentali, non potrà che far aumentare i contagi in un Paese in cui soltanto il 35% della popolazione ha ricevuto il vaccino. Anche la campagna vaccinale, con lo scoppio della guerra, si è fermata. I responsabili sanitari di diversi distretti spiegano che “dai tamponi ai ricoveri ai vaccini, qui è saltato tutto. Ovviamente la guerra è l’emergenza più grave, ma temiamo una recrudescenza del virus soprattutto sulle persone anziane e fragili e stavolta non saremo in grado neanche di curarli“.
Ucraina, la situazione Covid: “tamponi, ricoveri, vaccini, qui con la guerra è saltato tutto”
Guerra Ucraina e Covid, cresce la preoccupazione anche per la pandemia