L’Italia vive con apprensione le vicende della guerra in Ucraina mentre il Covid è ormai passato in secondo piano: il premier Draghi ha confermato stamani al Senato che lo “stato d’emergenza” sanitario si concluderà il 31 marzo, e il ministro Speranza nei giorni scorsi ha ribadito che “grazie a vaccini e Green Pass la situazione migliora“. Ma è davvero così? Per avere una risposta, bisogna guardare ai numeri. E oggi, 1° marzo, possiamo fare un bilancio bimestrale paragonando i dati del primo bimestre dell’anno, appunto (Gennaio-Febbraio) del 2022 paragonati a quello di un anno fa, 2021, quando la seconda ondata era nel suo pieno e i vaccini ancora non c’erano. Ecco i dati:
Come dimostrano le tabelle, i contagi di gennaio 2022 sono stati circa 11 volte in più di quelli di gennaio 2021 (+989,4%); i tamponi sono aumentati del 527,8% (oltre 6 volte in più). L’aumento dei contagi solo in parte deriva dalla crescita dell’attività di testing, infatti il tasso di positività al 15,9%, contro il 7,3% di gennaio 2021, evidenzia nel corso del primo mese del 2022 un incremento della circolazione del virus rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
I contagi di febbraio 2022 sono stati circa 5 volte in più di quelli di febbraio 2021 (+383,5%); i tamponi sono aumentati del 123,7%. L’aumento dei contagi quindi anche a febbraio solo parzialmente deriva dalla crescita dell’attività di testing: infatti il tasso di positività al 10,8%, contro il 5% di febbraio 2021, evidenzia nel corso del mese di febbraio 2022 una maggiore circolazione del virus.
Complessivamente dal 1° Gennaio al 28 Febbraio, in due mesi, quest’anno abbiamo avuto 6 milioni e mezzo di contagiati in Italia, oltre nove volte in più dello stesso periodo di un anno fa quando erano stati “solo” 700 mila.
Di seguito possiamo vedere i dati sul numero dei morti:
Nonostante il netto aumento dei contagi, quest’anno abbiamo avuto meno morti dello stesso periodo di un anno fa. A Gennaio abbiamo avuto 14.357 decessi contro i 9.096 dello stesso mese del 2022, per una riduzione del 36,6%. A febbraio 2021 invece i morti sono stati 9.183 contro i 8.269 dello stesso mese del 2022, per una riduzione del 10%. Complessivamente dal 1° Gennaio al 28 Febbraio, in due mesi, quest’anno abbiamo avuto 17.400 morti, a fronte dei 23.400 dello stesso periodo di un anno fa.
In questo momento (dati aggiornati a ieri), in Italia abbiamo molti più positivi rispetto alla stessa data di un anno fa, ma anche un numero sensibilmente inferiore di ricoverati:
Il 28 febbraio 2021 dei casi attivi il 95,1% era in isolamento domiciliare, il 4,4% ricoverato con sintomi, lo 0,5% in terapia intensiva.
Il 28 febbraio 2022, invece, dei casi attivi il 98,9% è in isolamento domiciliare, solo l’1% ricoverato con sintomi, ed appena lo 0,1% in terapia intensiva.
In Italia, al 28 febbraio 2022, risultano 10.851 ricoverati in area non critica su 65.523 posti disponibili pari al 16,6% ciò significa che sono liberi 54.672 posti pari all’83,4%; 714 sono i pazienti in terapia intensiva su 9.643 posti disponibili pari a 7,4% quindi sono liberi 8.929 posti pari a 92,6%.
Non c’è alcun dubbio, quindi, che oggi la situazione di letalità e pericolosità del virus sia enormemente migliorata: i reparti sono svuotati, il numero dei morti è inferiore e soprattutto è crollato il rapporto tra contagiati e malati gravi (ricoverati o deceduti), ma è tutto da dimostrare che questo dipenda esclusivamente dalle vaccinazioni che sicuramente hanno contribuito, così come hanno contribuito le cure, gli anticorpi monoclonali, le terapie domiciliari e in modo particolare la nuova variante Omicron che è naturalmente molto meno letale delle precedenti. Al tempo stesso, le vaccinazioni di massa e l’utilizzo più severo possibile del Green Pass anche nella sua forma “rafforzata”, non ha impedito in alcun modo la circolazione del virus che, invece, è molto più diffuso di un anno fa, anche in questo caso a causa della nuova variante Omicron che è più diffusiva.
Ancora una volta, quindi, è la natura a dettare le proprie leggi.
Ringraziamo per i dati e i grafici a corredo dell’articolo il dott. Luca Fusaro