Sebbene ci sia confusione sull’invenzione della moto, la data che è passata alla storia come quella in cui nasceva la motocicletta è quella del 16 marzo 1869 quando in Francia venne depositato il brevetto del “Vélocipede à Grande Vitesse”, da parte dell’ingegnere meccanico Louis-Guillame Perreaux.
La motocicletta vanta dunque una storia di oltre un secolo e mezzo e da allora ha subito una costante evoluzione che ancora oggi appassiona ed emoziona milioni di persone in tutto il mondo.
Il brevetto della motocicletta del 16 marzo 1869
Il primo prototipo di motocicletta nasceva nel 1869, precisamente il 16 marzo, quando l’ingegnere meccanico Louis-Guillame Perreaux depositò in Francia il brevetto numero 83.691 con il quale descrive un veicolo avente due ruote e funzionante a vapore chiamato: Vélocipede à Grande Vitesse. Al primo brevetto ne seguì un secondo qualche mese più tardi (il 23 dicembre 1869) in cui venne aggiunto un telaio monotrave in acciaio.
Non spetta comunque all’ingegnere francese l’invenzione della motocicletta, il cui primato pare che debba spettare al Gottlieb Daimer (e Wilhelm Maybach), che fu anche il primo a tentare una produzione industriale. In precedenza, un francese di nome Chapius aveva realizzato un biciclo con motore a vapore, ma l’ingegnere tedesco costruì, invece, un biciclo di legno che i muoveva grazie a un motore a benzina.
La motocicletta di Daimer fu costruita a Cannstatt, vicino Stoccarda, nel 1885 e anche le sue ruote erano in legno, poteva raggiungere una velocità di 12 chilometri orari e il primo a provarla fu il figlio Paul che saltò in sella sul mezzo che ancora non era dotato di sospensioni ma possedeva un motore a combustione interna, ma andò in effetti su strada.
Storia delle prime motociclette
Qualche anno più tardi un inventore di nome Holden inventò una bicicletta dotata di un motore a quattro tempi con il freno sulla ruota anteriore, era il 1896 e quella era la prima motocicletta a quattro cilindri della storia.
Furono poi i fratelli Werner, nel 1898, a realizzare una bicicletta dotata di motore centrale e con la trasmissione sulla ruota posteriore, la trasmissione avveniva attraverso una puleggia e una cinghia di cuoio direttamente sulla ruota anteriore, aveva una potenza di tre quarti di cavallo e raggiungeva la velocità di 35 chilometri orari. Al prototipo del 1901 per la prima volta venne attribuito il nome di motocicletta.
Il ventesimo secolo accolse in Europa e anche in Italia le prime aziende artigianali che si dedicarono alla costruzione di questi nuovi mezzi di trasporto, nasceva così in Italia nel 1909 la Gilera, nel 1913 la Della Ferrara e nel 1921 la Guzzi.
Non dobbiamo dimenticare però che anche l’Italia vanta un brevetto ben più antico, quello del 1879 ad opera dell’ingegnere Giuseppe Murnigotti di Bergamo che depositò all’ufficio brevetti di Roma il progetto di un veicolo a due ruote e due posti spinto da una propulsione gassosa. Tuttavia, il prototipo non vide mai la luce perché poco pratico da realizzare.
Negli anni ’30 in Italia comincia a strutturarsi una vera e propria industria della moto che comporta la possibilità di motorizzazione per un numero crescente di italiani, non più solamente i ricchi in grado di acquistare un’automobile. Nascono molti nuovi modelli di moto e scooter e anche i primi sidecar e le prime corse in moto, con il seguito della fama dei primi grandi piloti come Tazio Nuvolari.
Questo momento di gloria, tuttavia, subisce un arresto con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale; fino agli anni ’60, la produzione di moto è stata quasi esclusivamente europea con Italia, Inghilterra e Germania in testa. Negli ultimi decenni, invece, lo scettro di regine del mercato è passato alle giapponesi, il resto è storia!