L’Istituto Superiore di Sanità, organo del Ministero della Salute, ha pubblicato come ogni sabato il consueto bollettino di sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale della pandemia di Covid-19 in Italia. Nell’aggiornamento odierno, emergono dati molto rilevanti proprio in merito all’argomento più dibattuto degli ultimi mesi e cioè la reale efficacia dei vaccini anti Covid.
Come possiamo vedere nella tabella a corredo dell’articolo, l’efficacia della vaccinazione cresce con l’aumentare dell’età, rivelandosi elevata per gli anziani. Al contrario, diminuisce al diminuire dell’età, rendendosi nulla per i giovani con meno di 40 anni. L’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre eliminato dalla tabella il dato dei bambini tra 5 e 12 anni, dopo che nei precedenti bollettini era risultato addirittura dannoso il rapporto tra vaccinati e non vaccinati (i bambini vaccinati si contagiano di più rispetto ai non vaccinati).
Come possiamo vedere dalla tabella, infatti, in linea generale gli italiani non vaccinati hanno 1,4 volte il rischio di contagiarsi rispetto ai vaccinati con tre dosi; 4,3 volte il rischio di finire in ospedale, 6,2 volte il rischio di finire in terapia intensiva e 9,6 volte il rischio di morire. Questi numeri sono comunque lontanissimi dagli annunci di molti virologi e politici secondo cui il vaccino immunizza e darebbe una protezione di “cento, mille volte” superiore rispetto ai non vaccinati (in merito nei mesi scorsi ne abbiamo sentite di tutti i colori!); ma l’aspetto più rilevante è la distribuzione per fasce d’età di questi dati.
Per i giovani con meno di 40 anni, infatti, si evidenzia la totale inutilità delle vaccinazioni: ci si contagia allo stesso modo, si finisce in ospedale allo stesso modo, mentre i casi di ricovero in terapia intensiva e di decesso sono eccezionalmente rari anche nei non vaccinati.
Il beneficio del vaccino si vede in modo significativo soltanto nelle fasce d’età che davvero rischiano serie conseguenze in caso di contagio: si tratta degli anziani, in modo particolare degli over 80 e in modo più modesto degli over 60. Già nella fascia adulta (40-59 anni) i benefici del vaccino sono irrisori e trascurabili, tanto quanto la pericolosità del virus nei soggetti sani di questa fascia d’età.