“La nuova variante Xe” di SARS-CoV-2, “come tutte le varianti che sono apparse e che continueranno ad apparire deve essere monitorata e controllata. E’ però troppo presto per poterne conoscere le caratteristiche, sia di contagiosità sia di patogenicità. Possiamo solo supporre che si tratti di un ulteriore passo del virus verso il depauperamento del suo potere aggressivo patogeno“: ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
Dopo la segnalazione di oltre 600 casi nel Regno Unito, l’OMS ha spiegato che sembrerebbe il 10% più trasmissibile di Omicron 2, a sua volta il 30% più trasmissibile di Omicron 1. “Finora“, almeno da Delta in poi, “è aumentata l’infettività” del coronavirus pandemico, “ma abbiamo avuto un decremento della severità della malattia. Speriamo che questo trend si confermi,” ha concluso Gismondo.