Temperature eccezionali nell’Artico, con +15,4°C alle isole Svalbard: lo riporta al termine di una missione di un mese in area polare Andrea Merlone, Metrologo e Climatologo dell’INRiM, l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, e Ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR (ISP-CNR). “A metà maggio abbiamo registrato 15,4°C nella città di Longyearbyen, nelle Svalbard, situata a 78° N. Si tratta di temperature raramente toccate in quella zona remota persino nel mese di luglio. Questo significa che ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni alle nostre latitudini si verifica in modo amplificato in Artico”, precisa Merlone.
Climate change comes first and faster in the Arctic è del resto la considerazione alla base di un Workshop internazionale organizzato in questi giorni presso l’Università delle Svalbard, un piccolo ateneo specializzato in ricerche ambientali, biologiche, geologiche e climatologiche al polo Nord.
Con il gruppo di ricerca di Merlone e la collaborazione con l’ISP-CNR, l’Italia è in prima fila nel portare la metrologia, la scienza delle misure utile a validare strumentazioni e dati, proprio in ambiente polare.
“In un mese di campagna sul campo, insieme agli operatori delle reti di sensori, abbiamo potuto analizzare in dettaglio gli strumenti che registrano i dati utili a comprendere l’evoluzione del clima, passando dalle classiche misure atmosferiche di temperatura, pressione, precipitazioni e vento alle misure in ghiaccio e permafrost. (il suolo ghiacciato che fondendo destabilizza le infrastrutture ed emette grandi quantità di metano, gas serra)”, racconta Merlone.
Il risultato principale? “Gli strumenti leggono correttamente. Qui come in Artico. E le serie di dati, anche quelle registrate con strumenti moderni, ci forniscono tutte gli stessi risultati, in modo indipendente: le temperature salgono, le anomalie si intensificano e la durata degli eventi aumenta”. Il ridursi della differenza tra equatore e polo, ormai in atto da tempo, porta gran caldo a latitudini diverse e le ondate di calore e siccità non solo risultano più frequenti, ma sono più intense e più persistenti. Proprio quello che sta accadendo ora in Italia.
I lavori non terminano con questa campagna, ma stabiliscono un legame diretto tra Torino, l’Italia e il Polo, come spiega Merlone: “Stiamo lavorando per mettere in campo stazioni di riferimento specifiche per la valutazione dei mutamenti climatici in tempi più ridotti (senza cioè attendere dati derivanti da decenni di osservazioni). Ci muoviamo per assicurare la qualità dei dati prodotti e la confrontabilità in tempo reale in punti diversi e con metodi diversi (tra satelliti, stazioni a terra, boe e stazioni marine). Insieme all’ISP – CNR ora gestiamo il laboratorio di metrologia a Ny-Ålesund (ancora più su, a 79° N) in funzione dal 2017”. Il luogo più a nord del mondo dove effettuare una taratura di strumenti.