Gas, la Russia dimezza il flusso del Nord Stream: Europa sempre più a rischio, “problemi enormi in autunno-inverno”

L'Europa rischia il razionamento di gas ed elettricità in autunno-inverno a causa dei tagli del flusso proveniente dalla Russia: negli ultimi giorni -60% a Germania e -50% all'Italia. Gli ultimi aggiornamenti
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I super esperti che assicuravano la “vitale importanza per Putin” dei soldi con cui i Paesi occidentali acquistavano il gas fornito dalla Russia sono costretti a ricredersi di fronte all’evidenza, ampiamente annunciata da ogni osservatore con un minimo di logica, adesso diventata un fatto: è la Russia a tagliare le forniture di gas all’Europa, molto prima che l’Europa possa riuscire a farne a meno. La Russia, infatti, due giorni fa (era il 15 Giugno) ha ridotto del 60% i flussi di gas tramite il gasdotto Nord Stream 1 determinando un tonfo degli approvvigionamenti per Germania, Francia, Repubblica Ceca e Austria. La Francia proprio dalla mattina del 15 Giugno non sta ricevendo più gas da Gazprom come conseguenza della stretta della Russia sulla Germania. Gazprom ha spiegato la riduzione con questioni tecniche: dipenderebbe dai lavori di riparazione di alcune turbine a carico dell’azienda Siemens che però non può consegnare la merce, bloccata in Canada, a causa delle sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia. Al contrario, i funzionari dell’Unione Europea ritengono che si tratti di una scelta politica adottata dalla Russia per rispondere proprio alle sanzioni e all’appoggio dei Paesi occidentali all’Ucraina.

Il taglio del 60% al flusso del gas russo in Germania ha provocato, nell’immediato, un ulteriore balzo dei prezzi del gas in tutt’Europa, mentre la Francia al momento non rischia di rimanere al buio in quanto riceve dalla Russia soltanto il 17% del proprio fabbisogno e al momento le scorte francesi sono piene al 56% delle capacità. “Sulla base del nostro scambio con le autorità nazionali attraverso il gruppo di coordinamento del Gas, non vi è alcuna indicazione di un rischio immediato di sicurezza degli approvvigionamenti, ma continuiamo a monitorare la situazione molto da vicino e rimaniamo in stretto contatto con le autorità nazionali dei Paesi colpiti” ha detto stamani un portavoce della Commissione europea in merito alle nuove riduzioni delle forniture di Gas russo ad alcuni Stati membri dell’Ue.

Intanto le importazioni di Gas naturale liquefatto (Gnl) in Europa hanno raggiunto il record assoluto nei primi 5 mesi dell’anno. E’ quando rileva la piattaforma indipendente European Gas Hub che indica per lo scorso mese di aprile una media giornaliera di 16,5 miliardi di piedi cubi (0,47 miliardi di metri cubi) con punte di 19 miliardi (0,54 mld metri cubi). In gennaio la media giornaliera era stata di 15 miliardi di piedi cubi, in febbraio di 13,8 e in marzo di 14,5. Quanto allo scorso mese di maggio il dato medio giornaliero è stato di 15,5 miliardi di piedi cubi. Nel 2021 non è mai stata superata la media giornaliera mensile di 12,5 miliardi di piedi cubi, con una media giornaliera annua di 8,79 miliardi di pedi cubi. I numeri, per quanto importanti, sono però ancora lontanissimi dal raggiungimento dell’indipendenza dal gas proveniente dalla Russia. E infatti proprio oggi Mosca non esclude problemi per l’Europa in vista del prossimo autunno-inverno. Lo ha detto oggi il vicepremier russo, Aleksandr Novak, parlando dal Forum economico di San Pietroburgo, aggiungendo che a causa delle sanzioni occidentali “i prezzi rimarranno alti per diversi anni“. E infatti oggi i contratti futures della piazza di Amsterdam sul mese di luglio segnano un rialzo del 7,75% a 134 euro al MWh. Tensioni anche a Londra, dove per singola unità termica (Mbtu) vengono chiesti 254,67 penny, ossia il 9,01% in più rispetto a ieri.

Per quanto riguarda la situazione dell’Italia, a fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri). Ieri a fronte delle richieste effettuate dalla compagni italiana Gazprom aveva comunicato che avrebbe consegnato solo il 65% delle forniture. Il sistema italiano del Gas è comunque ancora in equilibrio superando le difficoltà legate all’approvvigionamento temporaneo di metano russo. Complici anche le alte temperature, a fronte di una domanda prevista di 155 milioni di metri cubi è disponibile un’offerta di 195 milioni. Il disavanzo viene destinato in parte agli stoccaggi (23 milioni di metri cubi) e in parte alle esportazioni. A frenare sugli stoccaggi non è infatti la disponibilità ma il costo della materia prima, che induce gli operatori ad aspettare quotazioni del Gas più convenienti. Un dettaglio che potrebbe anche rivelarsi un azzardo nel caso in cui i prezzi non dovessero diminuire. Intanto si conferma anche oggi il sorpasso in atto da alcuni mesi delle importazioni di Gas dall’Algeria su quelle dalla Russia. Secondo le previsioni commerciali indicate sul sito di Snam, da Tarvisio (Udine) è previsto un ingresso di 34,78 milioni di metri cubi di Gas russo, da Mazara del Vallo (Trapani) di 64,3 milioni di metri cubi di Gas algerino e da Melendugno (Lecce), di 28,4 milioni dall’Azerbaijan. Inferiori i flussi da Passo Gries (Verbania, 3,4 milioni mc) per lo stop in Germania e da Gela (8,3 milioni mc di Gas libico). Determinante l’apporto dei rigassificatori di Panigaglia (La Spezia, 11,2 milioni mc), Cavarzere (Rovigo, 26,5 milioni mc) e Livorno (9,7 milioni mc), a cui si sommano 8,5 milioni di produzione nazionale.

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