Sono bastati sei nuovi casi positivi al Covid-19 per spingere le autorità cinesi a mettere nuovamente in lockdown la megalopoli di Shanghai (oltre 26 milioni di abitanti), inseguendo la strategia “zero Covid” tanto cara al regime comunista cinese. Shanghai è anche la sede del porto per container più grande del mondo, e il suo blocco ha strozzato le catene di approvvigionamento globali provocando pesanti disagi in tutto il mondo, contribuendo in modo significativo all’aumento dei prezzi e all’inflazione che sta interessando le economie mondiali.
Passata una settimana dalla revoca annunciata delle restrizioni dopo il lockdown duro nella megalopoli cinese, le autorità di Shanghai hanno annunciato nuove limitazioni e campagne di test di massa per altri sette distretti della città, oltre a quello Mihang, già da ieri ‘nel mirino’. Nel fine settimana per otto distretti della città, per un totale di circa 15 milioni di persone, si prospettano test Covid e ancora lockdown. Conclusi i test, restrizioni per i distretti in cui verranno accertati casi di coronavirus. I dati ufficiali riportati stamani dall’agenzia Xinhua parlano di 30 nuovi casi confermati di trasmissione locale del Covid-19 in tutto il gigante asiatico (1,4 miliardi di persone), sei dei quali a Shanghai, e di altri 43 casi relativi a soggetti asintomatici, cinque nella megalopoli del lockdown duro.
Dopo l’annuncio delle autorità, i cittadini si sono riversati in massa nei supermercati per fare la spesa generando il caos.