Siccità, furti notturni di acqua per le risaie nel Pavese. E l’arcivescovo di Milano pregherà per la pioggia

La disperazione per la siccità in Lombardia è tale da portare a sottrarre l'acqua per le colture e invocare "l'aiuto dell'alto"
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La situazione determinata dalla siccità che affligge il Nord dall’inverno è talmente grave che ormai non resta che pregare. È letteralmente quello che intende fare monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano.  

La diocesi spiega, infatti, che l’arcivescovo ha accolto “la preoccupazione dei coltivatori della terra, degli allevatori e delle loro famiglie” e che sabato prossimo sarà in tre chiese “a pregare il santo Rosario per il dono dell’acqua, per il saggio utilizzo di questo bene vitale, per quanti soffrono il dramma della mancanza di risorse idriche“. Delpini spiega che invocherà “la ‘Madonna della Bassa’ perché la provvidenza di Dio venga in aiuto alla nostra debolezza“. 

Nel Pavese, furti notturni di acqua per le risaie  

E in effetti, la disperazione degli agricoltori è tale da spingerli a sottrarre l’acqua per irrigare le colture. Alcuni risicoltori nel Pavese, uno dei distretti più importanti d’Europa, di notte sollevano con le idrovore a monte l’acqua nei canali, impedendo così che arrivi a valle. Lo hanno raccontato all’AGI il sindaco di Robbio, Roberto Francese, e Giovanni Comello del consorzio irrigazione est Sesia a Castelnovetto, un piccolo Comune della Lomellina.  

“È una guerra tra i poveri, un Far west”, dice Comello. “Al momento non c’è stata nessuna denuncia perché la vigilanza della zona è prevista solo di giorno mentre questi episodi avvengono di notte o alla domenica. È difficile accettare che quest’anno non ci sarà il raccolto ma io credo che ormai sia una prospettiva inevitabile e vada accettata. Ora è il momento in cui si cercano i colpevoli ma il problema principale è che manca la materia prima. Niente pioggia, niente neve. L’acqua per tutti non c’è“.  

Francese parla di “guerra dell’acqua in una situazione disperata che può essere risolta con la pianificazione di interventi nel lungo periodo”. “Il riso sta iniziando a morire. I nostri agricoltori sono impegnati a cercare di salvare l”oro giallo’ ma la situazione è tragica, una siccità così non si era mai vista. Tra pochi giorni moriranno tutte le coltivazioni. Noi come Comune abbiamo fatto una delibera di giunta per chiedere tutti i provvedimenti possibili per poter salvare il raccolto. Visto che la pioggia non arriva, bisogna provvedere con l’apertura delle dighe e con l’arrivo dell’acqua nei punti più alti. Nel medio lungo periodo occorre creare dei bacini di accumulo dell’acqua da poter usare nei momenti di siccità e un altro provvedimento importante sarebbe quello di imboschire tutte le fasce fluviali e non coltivarle in maniera massiva“.  

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