“Come ben evidenziato nell’articolo, El Nino o La Nina impattano sui paesi affacciati al Pacifico. Quindi centro e sud America occidentale, Indonesia, Australia e Oceania. Effetti minori ma discernibili sul nord America occidentale e sull’Africa orientale, e sull’Asia meridionale. Effetti nulli sull’Europa e sull’Italia. El Nino non ha impatti sul nostro tempo. Lo dimostra il fatto che qualsiasi tentativo di correlazione tra l’indice ENSO (El Nino Southern Oscillation) e qualsivoglia parametro meteorologico non produce risultati“. E’ quanto dichiarato all’Agi Claudio Cassardo, meteorologo dell’Università di Torino che ha commentato la notizia, rilanciata da Nature, di una possibile estensione, anche per il 2023 della Nina, una oscillazione del ciclo delle acque superficiali (in questo caso un raffreddamento delle acque superficiali) del Pacifico Tropicale che ha vaste ripercussioni sul clima globale. Per la prima volta, secondo i ricercatori citati, quest’anno la Nina potrebbe allungare la sua fase ed estendersi al 2023 dopo essersi manifestata già nel 2021.
“Lo studio – aggiunge Cassardo – è in linea con studi precedenti che sostenevano che i casi di El Nino si sarebbero affievoliti se avremo uno scenario di caldo estremo. Tuttavia questo non ci deve fare gioire più di tanto. Perché sappiamo che, negli anni di El Nino, le anomalie globali di temperatura sono maggiori. Questo avviene perché, quando c’è El Nino, si ha meno rimescolamento tra le acque superficiali del Pacifico tropicale e quelle profonde, col risultato che le prime rimangono più calde e, siccome il Pacifico tropicale ha una certa qual estensione non trascurabile, inducono un aumento nella temperatura media globale. Nel frattempo le acque del Pacifico tropicale in profondità rimangono più fresche. Quando El Nino finisce, il rimescolamento riprende vigore e questo effetto finisce. Dato l’attuale rateo di riscaldamento globale, quei 0.1-0.2 gradi in più che si osservano durante El Nino equivalgono a meno di un decennio, per cui, se anche da oggi non avessimo più nessun caso di El Nino, non significa che si arresterebbe il riscaldamento globale, ma semplicemente che dovremmo aspettare alcuni anni in più per arrivare ai valori di anomalia a cui saremmo arrivati con un anno di El Nino. Traduco in un linguaggio più comprensibile. Il 2016 è ancora oggi l’anno più caldo. Anno di forte El Nino. Al prossimo evento di El Nino batteremo di sicuro il 2016, e di tanto. Se non avremo casi di El Nino, anche con La Nina entro 3-4 anni batteremo lo stesso il 2016, perché nel frattempo le temperature stanno aumentando”.