I Bitcoin impattano sull’ambiente quanto la carne bovina

Non sono ecosostenibili: secondo un recente studio i bitcoin impattano sull'ambiente al pari di grandi inquinanti, come la carne bovina o il petrolio greggio
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I Bitcoin impattano sull’ambiente. Presi come una quota del prezzo di mercato, i costi ambientali dell’estrazione della criptovaluta digitale Bitcoin sono altissimi. Secondo gli esperti sono più paragonabili ai danni climatici della produzione di carne bovina che non ai costi dell’estrazione dell’oro. L’analisi che li ha presi in esame è stata pubblicata su Scientific Reports. Gli autori suggeriscono che Bitcoin dovrebbe essere paragonato a prodotti ad alta intensità energetica come carne bovina, gas naturale e petrolio greggio. Non può dunque essere considerato simile all'”oro digitale“.

Nel dicembre 2021, Bitcoin aveva un valore di mercato di circa 960 miliardi di dollari USA con una quota di mercato globale di circa il 41% tra le criptovalute. Sebbene noto per essere ad alta intensità energetica, l’entità dei danni climatici di Bitcoin non è chiara. Questo in un’ottica di stima dei danni finanziari causati dalle emissioni di carbonio e dall’impatto del cambiamento climatico sulle economie.

I Bitcoin impattano sull’ambiente: la  ricerca

Benjamin Jones e colleghi presentano stime economiche dei danni climatici causati dall’estrazione di Bitcoin tra gennaio 2016 e dicembre 2021. Gli esperti rilevano che nel 2020 l’estrazione di Bitcoin ha utilizzato 75,4 terawattora all’anno, un consumo energetico maggiore rispetto all’Austria o al Portogallo.

Gli autori hanno valutato i danni climatici di Bitcoin secondo tre criteri di sostenibilità. Innanzitutto se i danni climatici stimati stanno aumentando nel tempo; poi se il prezzo di mercato di Bitcoin supera il costo economico dei danni climatici; infine come i danni climatici per moneta estratta si confrontano con i danni climatici di altri settori e materie prime. Scoprono così che le emissioni di energia per l’estrazione di Bitcoin sono aumentate di 126 volte da 0,9 tonnellate di emissioni per moneta nel 2016, a 113 tonnellate per moneta nel 2021.

I calcoli suggeriscono che ogni Bitcoin estratto nel 2021 ha generato 11.314 USD di danni climatici. I danni globali totali hanno superato i 12 miliardi di dollari. I danni hanno raggiunto il picco del 156% del prezzo della moneta a maggio 2020, suggerendo che ogni 1 USD di valore di mercato di Bitcoin ha portato a 1,56 USD di danni climatici globali.

Danni climatici

Infine, gli autori hanno confrontato i danni climatici di Bitcoin ai danni di altri settori e prodotti come la generazione di elettricità, la lavorazione del petrolio greggio, la produzione di carne agricola e l’estrazione di metalli preziosi. I danni climatici per Bitcoin sono stati in media del 35% del suo valore di mercato tra il 2016 e il 2021. Questo è stato inferiore ai danni climatici rispetto al valore di mercato dell’elettricità prodotta dal gas naturale (46%) e della benzina prodotta dal petrolio greggio (41%), ma più di quelli della produzione di carne bovina (33%) e dell’estrazione dell’oro (4%).

Conclusioni

Gli autori concludono che Bitcoin non soddisfa nessuno dei tre criteri chiave di sostenibilità. Sono dunque necessari cambiamenti significativi, inclusa la potenziale regolamentazione, per rendere sostenibile il mining di Bitcoin.

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