L’estate 2022 è stata per l’Italia la peggiore dall’inizio della pandemia di Covid-19 in termini epidemiologici: nel trimestre estivo che va dal 1° giugno al 31 agosto, quindi su un range temporale affatto breve, abbiamo avuto un aumento drammaticamente esponenziale sia dei contagi che dei morti. Decessi che oggi accettiamo psicologicamente rispetto agli scorsi anni, un po’ perché il Covid è entrato a far parte della nostra vita e un po’ perché abbiamo capito che il conteggio delle vittime della pandemia non riporta realmente coloro che sono morti a causa del Covid, ma tutti quelli che sono morti “con” il Covid, e cioè deceduti per altre patologie in quanto tra i morti abbiamo un’età media superiore agli 80 anni e un numero medio di comorbidità (cioè gravi patologie precedenti al contagio) superiore a tre. Ed è sempre stato così, sin dal primo giorno della pandemia.
Il metodo del calcolo dei contagi e dei decessi, però, è rimasto sempre uguale. Così come uguali sono state le condizioni di vita delle tre estati italiane, senza mai alcuna restrizione: a giugno, infatti, nel 2020 era già finito il lockdown così come nel 2021 era già stato abolito il coprifuoco. Le mascherine non sono più obbligatorie, così come non lo erano d’estate né nel 2020 né nel 2021. Le uniche restrizioni, in realtà, sono quelle in vigore in quest’anno: l’obbligo del Green Pass per gli ospedali e le case di riposo e l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, che non c’erano né nel 2020 né nel 2021.
A parità di condizioni e di metodo di calcolo, quindi, il confronto dei dati è assolutamente valido. Abbiamo raccolto i numeri riferiti al trimestre estivo e li riportiamo di seguito:
- 2020: dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 36.195 contagi e 2.068 morti
- 2021: dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 322.170 contagi (+790%) contagi e 3.093 morti (+49%)
- 2022: dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 4.446.347 contagi (+1.280% sul 2021 e +12.184% sul 2020) e 8.898 morti (+188% sul 2021 e +330% sul 2020)
L’unica novità dell’estate 2022 rispetto alle precedenti è stata nella natura del virus: quest’anno circola la variante Omicron, che è molto più contagiosa ma anche molto meno letale delle precedenti. Può bastare per spiegare un andamento così drammatico dei numeri? Un’altra novità di quest’estate è che abbiamo una popolazione iper-vaccinata (86% con una dose, 81% con due dosi, 66% con tre dosi) rispetto a uno e due anni fa. Collegare il tragico aumento di morti e contagi alle vaccinazioni è ipotesi ardita, ma certamente i numeri dicono che questi vaccini non sono serviti a risolvere il problema, a superare la pandemia, a diminuire i numeri di morti e di contagi, insomma non hanno funzionato come erano stati annunciati e come tutti avremmo auspicato. Al contrario, oggi viviamo una situazione epidemiologica molto peggiore di uno e due anni fa con meno allarmismo e isteria soltanto perché abbiamo capito che rispetto a questo virus erano esagerati l’allarmismo e l’isteria del passato.