Ondata di caldo marino soffoca il Mar Mediterraneo, brusco sbalzo di temperatura in pochi giorni | VIDEO

Il Mar Mediterraneo ha subito gli effetti di una grande ondata di caldo marino: ecco cos'ha scoperto un progetto finanziato dall'ESA
MeteoWeb

Molte parti d’Europa hanno registrato temperature da record durante l’estate, ma non è stata colpita solo la terraferma continentale: anche il Mar Mediterraneo ha subito gli effetti di una grande ondata di caldo marino. Un progetto finanziato dall’ESA, CAREHeat, ha rilevato una delle più intense ondate di caldo marine del Mediterraneo osservate durante l’era satellitare, con temperature della superficie del mare che hanno raggiunto i 5°C in più rispetto alla media.

Le ondate di caldo marine sono aumenti estremi della temperatura dell’oceano per un lungo periodo di tempo. La loro entità e frequenza hanno conseguenze dannose sugli ecosistemi marini, minacciano la biodiversità e hanno un impatto negativo sulle industrie della pesca, dell’acquacoltura e del turismo.

Temperature dell’acqua più elevate associate alle ondate di caldo marine possono causare anche eventi meteo estremi come tempeste tropicali e uragani e alterare il ciclo dell’acqua, rendendo più probabili inondazioni, siccità e incendi sulla terraferma,” spiega l’Agenzia Spaziale Europea. “Poiché le temperature oceaniche globali continuano ad aumentare, le ondate di caldo marine sono diventate più diffuse e si prevede che aumenteranno di intensità, durata e frequenza in futuro a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo“.

Prevedere il verificarsi e la durata delle ondate di caldo marine, oltre a comprenderne l’impatto sugli ecosistemi marini, è essenziale e può aiutare a proteggere gli ecosistemi e le comunità locali.

CAREHeat (deteCtion and ThreAt of maRinE Heat wave), un progetto finanziato dall’ESA, mira a sviluppare nuove strategie per identificare le ondate di calore marine, valutarne lo stato e le tendenze e comprendere l’impatto sulla vita marina.

Il progetto, iniziato nel marzo 2022, ha utilizzato i dati sulla temperatura della superficie del mare quasi in tempo reale rilevati dal Copernicus Marine Service ed è stato in grado di rilevare e monitorare l’ondata di caldo marina del Mediterraneo verificatasi quest’estate.

Il team ha scoperto che questa ondata di caldo particolarmente estrema è iniziata nella seconda metà di aprile e si è estesa attraverso il Mar Mediterraneo centrale e nord-occidentale. Nella zona, l’aumento della temperatura superficiale del mare è accelerato intorno al 10 maggio e, in quasi 10 giorni, è stato osservato un brusco sbalzo di temperatura, da +16°C a +22°C.

Nel Mar Ligure – braccio del Mediterraneo – la massima intensità dell’ondata di caldo è stata raggiunta il 21 luglio, quando l’anomalia media ha raggiunto i 5°C.

Stiamo ancora osservando un’anomalia della temperatura media della superficie del mare di circa 2°C, che si è intensificata nel Mediterraneo nordoccidentale dove l’anomalia è superiore a 4°C,” ha commentato Rosalia Santoleri, coordinatrice del progetto CAREHeat.

Il team continuerà a monitorare l’evoluzione di questa ondata di caldo con l’obiettivo di comprendere come il segnale di temperatura si propaga sotto la superficie, quali sono i fattori di questo evento estremo di lunga durata e quale impatto ha sull’ecosistema marino mediterraneo.

CAREHeat

Il consorzio CAREHeat è guidato dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) e comprende l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), Collecte Localization Satellites (CLS), l’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (IFREMER), Mercator Ocean International (Moi) e +ATLANTIC CoLAB.

Il team utilizza le osservazioni satellitari, integrate con misurazioni in situ, analisi e modelli biochimici degli oceani, nonché tecniche di apprendimento automatico, per studiare e identificare le ondate di calore marine e determinarne gli effetti sugli ecosistemi marini.

Mar Mediterraneo: le anomalie della temperatura superficiale | VIDEO

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