Il raddoppio del sito di Krško, in Slovenia, in cambio di contratti di fornitura di energia elettrica rinnovabile e a prezzi competitivi. È questo il progetto, proposto dal Presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che la Federazione e Ansaldo Nucleare intendono realizzare per soddisfare il bisogno di energia.
Il progetto, che sarà discusso dal consiglio generale di Federacciai martedì 13 settembre, prevede la costruzione di un nuovo nucleo da 1.100-1.200 MW nella centrale di Krško, impianto da 700 MW, e la creazione di una newco con una capitalizzazione da 1,2 miliardi di euro. 400 milioni saranno versati dall’industria siderurgica nazionale, che otterrebbe in cambio, con contratti di fornitura pluriennali, un terzo dell’energia nucleare prodotta. I restanti due terzi del capitale resterebbero in mano alla società pubblica slovena proprietaria dell’impianto.
La costruzione dell’impianto richiederebbe un investimento di 4-5 miliardi e 5-10 anni di lavoro. La fornitura di energia da nucleare scatterebbe da subito, compatibilmente con le disponibilità slovene.
“È un’operazione di sistema perché si muove Federacciai, ma potrebbero muoversi altri settori energivori”, dice Gozzi. “Dopo la valutazione del consiglio, costituiremo il team di lavoro che approfondirà la fattibilità del progetto e avvieremo interlocuzioni con la Slovenia. Ansaldo Energia è un player nazionale controllato da Cdp, Ansaldo Nucleare è un’eccellenza. I siderurgici partono per primi perché sono l’industria maggiormente energivora, ma chimica, carta e cemento hanno esigenze analoghe. Stiamo tutti investendo in decarbonizzazione: solare ed eolico però non bastano, serve energia di base. La fonte nucleare è stabile, rinnovabile e garantisce prezzi che permettono di difendere la nostra competitività”, aggiunge.
Grazie alle interconnessioni di rete, l’Italia acquista già energia da fonte nucleare in Europa, dalla Francia e dalla Svizzera. Dal 2010 sono stati assegnati a Interconnector 2.500 MW di energia a prezzi analoghi a quelli dei concorrenti europei. In cambio gli energivori si sono impegnati a realizzare 2.500 MW di reti di connessione fisiche. “Abbiamo già investito un miliardo. Con la Francia, un investimento di 460 milioni, abbiamo realizzato 350 MW che entreranno in esercizio a fine anno. I 200 MW del Montenegro, altri 320 milioni, sono già in esercizio. I 150 MW con l’Austria entreranno in esercizio alla fine del prossimo anno”, spiega Gozzi. Il piano di Interconnector prevede anche una connessione da 250-300 MW con la Slovenia.