E’ avvenuto ieri alle 01:14 ora italiana, uno storico impatto: il veicolo spaziale Double Asteroid Redirect Test (DART), delle dimensioni di un’auto, ha colpito l’asteroide Dimorphos dal diametro di 160 metri, portando a termine il primo test del genere umano del metodo “impatto cinetico” per la difesa planetaria.
DART (550 kg) – una sonda a forma di cubo composta da sensori, un’antenna, un propulsore ionico e due pannelli solari lunghi 8,5 metri – ha colpito direttamente l’asteroide mentre viaggiava a circa 21.160 km/h.
L’evento ha suscitato l’interesse di appassionati e non, e i social si sono scatenati. E’ stata pubblicata da Roberto Vitale, nel gruppo Astrofili Flegrei, una divertente immagine (in alto) che mostra com’è finita la collisione: con una “constatazione amichevole”.
L’obiettivo della missione DART
L’obiettivo della sonda era quello di rallentare l’orbita di Dimorphos attorno al suo partner più grande: l’asteroide Didymos, largo 390 metri. La NASA riterrà la missione un successo se l’orbita di 12 ore di Dimorphos rallenterà di 73 secondi, ma il vero cambiamento potrebbe arrivare fino a 10 minuti.
Nessuno dei due asteroidi rappresenta una minaccia per la Terra.
I dati che arriveranno nelle settimane a venire indicheranno quanto successo ha avuto la missione, ha evidenziato Nancy Chabot, responsabile del coordinamento per la missione DART.
Il lungo viaggio di DART
Per arrivare agli asteroidi gemelli, DART ha intrapreso un viaggio di 10 mesi e 11 milioni di km dal lancio dalla base spaziale di Vandenberg in California (liftoff con un razzo Falcon 9 SpaceX).
Gli ultimi momenti di DART
Gli ultimi momenti di DART sono stati catturati dal Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical Navigation (DRACO), che ha guidato automaticamente il veicolo spaziale nella sua rotta di collisione con l’asteroide. Gli scienziati della NASA hanno affermato che Dimorphos non è stato visibile al sistema di telecamere DRACO di DART fino a entro un’ora dall’impatto, dopodiché è diventato solo un pixel nel campo visivo della telecamera. Tre minuti prima dell’impatto, l’asteroide è aumentato di dimensioni fino a raggiungere soli 42 pixel. Quando il veicolo si è avvicinato a Dimorphos, il terreno accidentato e i massi ombrosi sono diventati sempre più grandi, poi l’immagine è svanita.
La fotocamera del veicolo spaziale ha quindi scattato le immagini finali del suo bersaglio (link di seguito), pochi istanti prima che DART effettuasse il contatto.
L’impatto è stato anche “catturato” dalla Terra, dal progetto ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), una collaborazione tra NASA e Università delle Hawaii.