Il primo volo del nuovo grande lanciatore europeo Ariane 6 è previsto alla fine del 2023. Lo ha annunciato oggi il Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Josef Aschbacher, nella conferenza stampa online organizzata dall’ESA e alla quale partecipano i rappresentanti di Ariane Group, ArianeSpace e agenzia spaziale francese CNES.
La data indicata è una stima, basata sull’andamento positivo di tutti i test finora affrontati dal nuovo lanciatore, ha detto ancora Aschbacher. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di un accesso autonomo allo spazio; è cruciale per l’Europa“.
La data prevista per il lancio di Ariane segna un ulteriore ritardo, il terzo. Inizialmente previsto nel maggio 2020, il lancio era slittato ad ottobre a causa della pandemia di Covid-19 e per lo stesso motivo era stato poi rinviato nella seconda metà del 2022. “I ritardi sono stati causati soprattutto dalla pandemia, che – ha detto Aschbacher rispondendo ai giornalisti – non ha permesso di rispettare i tempi previsti per i test”. C’è tuttavia ottimismo perché l’attività adesso è ripresa a pieno ritmo e “i test finora condotti hanno raggiunto gli obiettivi previsti”, ha detto ancora Aschbacher.
È positivo, per esempio, il risultato dei test condotti recentemente a Kourou, dopo che i tre stadi dell’Ariane 6 sono stati assemblati, ha detto l’amministratore delegato di ArianeGroup, André-Hubert Roussel. “I test sono andati molto bene e adesso stiamo analizzando una grande quantità di dati”. Si è detto “ottimista” anche l’amministratore delegato di ArianeSpace, Stéphane Israël. In particolare, ha sottolineato, “sono positive le previsioni per il mercato di entrambi i lanciatori europei, Ariane 6 e Vega C“. Guarda al futuro con fiducia anche il direttore dell’ESA per il Trasporto spaziale, Daniel Neuenschwander: “sta nascendo una nuova famiglia lanciatori europei”, ha affermato.
Per l’industria europea, il terzo rinvio del lancio di Ariane 6 rappresenta un danno economico non da poco in un mercato che al momento è dominato da SpaceX e dal suo vettore Falcon 9. Di fatto, dopo l’aprile del 2023 l’Europa non dispone di un vettore in grado di mettere in orbita geostazionaria carichi pesanti o costellazioni di satelliti, dopo il lancio degli ultimi tre esemplari di Ariane 5.
Per un periodo di almeno sei mesi quindi ogni lancio in orbita geostazionaria dovrà essere affidato ad un vettore non europeo, o la statunitense Space X o l’indiana New Space India, data la mancata disponibilità delle Soyuz per le sanzioni legate al conflitto ucraino.