Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, ha fornito tutti i retroscena sulla vicenda che l’ha vista suo malgrado protagonista nelle settimane di trattative nel Centrodestra per la formazione del governo guidato da Giorgia Meloni. Raccontando la sofferenza per gli attacchi, “spesso meschini” avuti dalla stampa “che nella migliore delle condizioni mi raccontava come l’infermiera prestata alla politica, arrivando a definirmi persino la badante di Berlusconi“, Licia Ronzulli durante la trasmissione di Porta a Porta della notte ha rivelato di aver avuto un incontro con Giorgia Meloni evidenziando come le distanze tra le due fossero squisitamente politiche.
“C’era poco da chiarire, con Giorgia Meloni non abbiamo mai avuto alcun problema personale. C’era una distanza per le mie posizioni radicali sul vaccino, ma che ripeterei. Già quella sera dopo l’incontro avrei voluto fare una dichiarazione ritirandomi dalla possibilità di entrare nel governo ma il partito mi ha chiesto di resistere” ha detto Ronzulli intervistata da Bruno Vespa. Il noto giornalista ha poi riassunto la questione sottolineando la “distanza di visioni politiche sul tema del Green Pass tra lei e il Presidente del Consiglio“, trovando la conferma dell’esponente forzista.
Ricostruito quindi il motivo del contendere: Giorgia Meloni non ha voluto Licia Ronzulli nel proprio governo per una diversità di vedute politiche rispetto al tema del Covid, probabilmente non tanto sul tema dei vaccini in sè ma quanto sul Green Pass e sulle libertà. Nei mesi scorsi, infatti, Licia Ronzulli non si è distinta tanto per essere una “radicale pro vax” come affermato questa notte su Rai Uno ma quanto per essere stata una delle figure più feroci e anche verbalmente violente e accanite contro tutti coloro che sollevassero legittimi dubbi sull’utilizzo del green pass e sulle modalità della campagna vaccinale, in netta contraddizione con le posizioni politiche di tutti gli alleati della coalizione che invece chiedevano meno coercizioni e più libertà.