Stanotte torna l’Ora Solare: dormiremo un’ora in più ma ne perderemo una di luce

Secondo i dati di Terna, in 7 mesi sono stati risparmiati 190 milioni
MeteoWeb

Stanotte entrerà in vigore l’ora solare: alle 03:00 di domenica 30 ottobre gli orologi dovranno tornare indietro e segnare un’ora in meno, le 02:00. Gli italiani godranno così di un’ora in più di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole.

Con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello Stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale). Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poiché centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare.

In Italia la prima adozione dell’ora legale (nata da un’intuizione di Benjamin Franklin) è datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo. Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlò più. L’ora legale tornò in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e proseguì durante la ‘ricostruzione’ fino al 1948: è proprio in quell’anno che lo spostamento delle lancette fu il più anticipato della storia, al 29 febbraio. Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel ’66, dal 22 maggio al 24 settembre. Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario ‘estivo’ è sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della ‘solarità’ l’ultima di ottobre.

Ora legale: in 7 mesi risparmiati 190 milioni

Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di COin atmosfera per circa 200 mila tonnellate.

Il beneficio economico è calcolato considerando che quest’anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 27 marzo e che si concluderà domenica 30 ottobre con il ritorno all’ora solare (alle 3:00 di notte bisognerà spostare le lancette indietro di sessanta minuti), il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è stato di circa 45 centesimi di euro al lordo delle imposte.

Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

Ora legale: Sima e Consumerismo chiedono proroga

Sono 265.000 le firme raccolte dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit in poche settimane con la petizione per il mantenimento dell’ora legale. “Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare – spiegano il presidente Sima, Alessandro Miani, e il Presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi dal Governo Draghi, rimasto negli ultimi mesi del suo mandato impermeabile alla richiesta di popolo. Chiediamo oggi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di trovare il modo di congelare il passaggio all’ora solare previsto per domani 29 ottobre, dando così modo al gestore della rete elettrica di verificare sul campo il reale risparmio ottenibile in termini economici e ambientali”.

Sima e Consumerismo No Profit hanno dato voce agli italiani, fornendo elementi scientifici per una completa valutazione dell’impatto di questa misura – peraltro già attuata durante i periodi bellici e di crisi energetica – che risulta semplice, a costo zero e in grado di contribuire al superamento del difficile momento economico che il Paese si appresta ad attraversare – precisano Miani e Gabriele – Oltre al risparmio energetico, che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l’anno basati sui dati TERNA ad oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023, si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria. La proroga di 4 settimane (come già avvenuto negli USA nel 2007) del mantenimento dell’ora legale ci consentirebbe di valutare l’effettivo impatto di questo tipo di misura. In un momento in cui ai cittadini viene chiesto di non accendere i riscaldamenti o abbassarne la temperatura, evitare di usare due elettrodomestici contemporaneamente e persino fare la lavatrice di notte, questa sperimentazione ci sembra possibile. Le 265.000 firme raccolte in poche settimane sono un segnale che i cittadini stanno mandando ai nostri governanti. Crediamo nel buon senso della Presidente Meloni perché conceda la proroga dell’ora legale per un mese”.

Cambio dell’ora, gli effetti sulla salute

Con il cambio dell’ora si guadagnerà un’ora di sonno ma non per questo il fisico non se ne risentirà.

Il passaggio dall’ora legale all’ora solare (e viceversa) può avere una serie di effetti collaterali sul benessere delle persone. Secondo Vincenza Castronovo – psicologa e psicoterapeuta esperta in medicina del sonno presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano – molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio dell’ora. Sebbene si tratti (apparentemente) di una variazione minima, in realtà il fisico delle persone impiega alcuni giorni per adattarsi, in media una settimana: ciò a causa del cosiddetto orologio biologico, legato ai ritmi circadiani.

Tra i sintomi/malesseri più comuni causati dal cambio dell’ora vi sono: stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, nausea e inappetenza.

Nei giorni successivi allo spostamento delle lancette è utile fare movimento nella seconda parte della giornata e prolungare l’esposizione alla luce (artificiale) per mandare al corpo il segnale che è ancora presto per andare a dormire: si potrebbe infatti essere tentati dalle giornate che si sono accorciate ad andare a letto prima, ma è bene non farlo, perché il risultato potrebbe essere un risveglio troppo anticipato la mattina seguente.

A risentire meno del cambio dell’ora sono le persone che appartengono alla categoria degli “Zombie“, circa il 45% della popolazione, coloro che tendono a posticipare il momento di andare a letto e poi “arrancano” di più al risveglio. Col cambio dell’ora si troveranno quindi molto più a loro agio rispetto alle “Lepri” (il 31% degli italiani), che tenderanno più facilmente a cadere nella “trappola” del risveglio anticipato, crollando poi la sera troppo presto rispetto al dovuto.

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