“Non conosciamo assolutamente niente di certo su questa variante” di Sars-CoV-2 Bq.1, che insieme alla sottovariante Bq.1.1 ribattezzata ‘Cerberus‘ diventerà dominante nel Vecchio continente da metà novembre-inizio dicembre, ha avvertito il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), contribuendo a un aumento dei casi di Covid-19 a breve. Invita a non creare allarme Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano. “Se questa variante non dà più patologia, non capisco perché dovremmo preoccuparci, anche se dovesse diventare preminente in Europa“, sottolinea l’esperta all’Adnkronos Salute. “Assisteremo all’avvicendarsi di numerose varianti, ma il virus – precisa – ci sta dimostrando che è sempre meno aggressivo“.
Secondo quanto riferito dall’Ecdc, studi preliminari di laboratorio condotti in Asia indicano che Bq.1 ha la capacità di eludere in modo considerevole la risposta del sistema immunitario. Tuttavia, secondo dati attualmente disponibili, anche se limitati, non ci sono prove che sia associata a una maggiore gravità di malattia rispetto a Omicron Ba.4/Ba.5. L’Italia è oggi fra i cinque Paesi europei che hanno segnalato il maggior numero di sequenze riconducibili alla ‘famiglia Cerberus’.