Eni ha dichiarato che non riceverà niente del gas ordinato dal colosso russo Gazprom questo fine settimana, anche se le aziende hanno affermato che stanno lavorando per risolvere il problema. Le forniture di gas russo attraverso l’entry point di Tarvisio saranno a zero per il 1° ottobre, aveva dichiarato oggi Eni in un comunicato sul proprio sito web.
Il gruppo italiano ha poi aggiunto che non avrebbe ricevuto nessuna delle importazioni richieste per il 2 ottobre e che la situazione sarebbe rimasta invariata fino a lunedì 3 ottobre.
Le cause dell’interruzione
Gazprom ha affermato in una dichiarazione su Telegram che il problema di oggi è stato il risultato di modifiche normative in Austria. Ha affermato che il transito del gas attraverso il Paese è stato sospeso dopo che il suo operatore di rete ha rifiutato di confermare le nomine di trasporto.
Il governo austriaco ha affermato che Gazprom non aveva firmato i contratti necessari. “All’inizio di ogni anno termico entrano in vigore vari cambiamenti tecnici nel modello di mercato”, ha affermato il Ministero dell’Energia in una nota. “Per questo sono necessarie modifiche contrattuali. Questi contratti non sono ancora stati firmati da Gazprom. Le nomine di trasporto per oggi non potevano quindi essere accettate. Attualmente si sta lavorando a pieno ritmo a una soluzione a livello tecnico”.
Tensioni sul gas
Mosca e diversi Paesi europei, tra cui la Germania, sono ai ferri corti sulla fornitura di gas naturale dalla Russia a partire dall’invasione dell’Ucraina a febbraio. Le tensioni sono aumentate questa settimana dopo che tonnellate di metano sono finite nel Mar Baltico tramite perdite nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 che collegano Russia e Germania. Oggi, l’operatore del Nord Stream 2 ha detto che il gas ha finalmente smesso di fuoriuscire, cinque giorni dopo la rottura iniziale, che sia la Russia che l’Occidente considerano un atto di sabotaggio.
L’Unione Europea afferma che Mosca sta utilizzando il flusso di gas necessario per l’energia nella regione come arma economica, cosa che la Russia ha costantemente negato, incolpando invece l’impatto delle sanzioni occidentali per eventuali interruzioni nell’approvvigionamento.
Il gas in Italia
L’Italia si è assicurata quest’anno ulteriori importazioni di gas da fornitori alternativi per compensare il calo dei flussi dalla Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Il gas russo rappresenta ora circa il 10% delle importazioni italiane, in calo rispetto a circa il 40%, mentre è aumentata la quota dall’Algeria e dai Paesi nordici.