Cina, è allarme Covid: contagi record a Pechino, torna il lockdown

Covid, in Cina 3 morti e 26 mila nuovi casi giornalieri nonostante le rigide misure di contenimento: disposti nuovi lockdown in alcune aree di Pechino
MeteoWeb

Preoccupa la recrudescenza dei casi Covid-19 in Cina, non tanto per i numeri assoluti in sé che sono assolutamente marginali in rapporto alla popolazione cinese, ma determinano una nuova ondata di rigide restrizioni per la politica “zero Covid” adottata dal governo della Cina che provoca pesanti ripercussioni sull’economia internazionale. Oggi, infatti, il bollettino cinese riporta 26 mila contagi e tre morti. Sono le prime vittime cinesi dopo più di sei mesi senza morti, e a Pechino c’è il record di mille contagi in città.

Tre persone sono morte nella capitale durante il fine settimana, nonostante la rigorosa politica ‘zero-Covid’ del governo: Pechino ha riportato precisamente 962 nuove infezioni (in gran parte fuori dalle aree di quarantena) rispetto alle 621 di sabato. La Commissione sanitaria nazionale ha riferito di aver registrato domenica 26.824 casi locali a livello nazionale, avvicinandosi ai picchi di aprile, quando c’era stato il maxi focolaio di Shanghai.

Il bollettino ufficiale della Commissione sanitaria nazionale specifica che tra i contagi di domenica, 2.277 sono “sintomatici” e 24.547 “asintomatici“, mentre con i tre morti del weekend le vittime complessive dall’inizio della pandemia sono salite a quota 5.229. Gli studenti delle scuole di diversi distretti di Pechino hanno dovuto tenere le lezioni online, mentre ristoranti e luoghi pubblici sono stati chiusi nelle aree più colpite, a partire da Chaoyang, il distretto centrale che è un polo commerciale e diplomatico. Le autorità hanno chiesto alle aziende di favorire lo smart working contro l’ondata di sottovariante BF.7 del Covid-19. Il portavoce della municipalità Xu Hejian ha annunciato un rafforzamento delle misure per chi entra a Pechino, comprensivo di tre giorni di ispezioni sanitarie per chi entra in città e il tampone quotidiano, al fine di “massimizzare la diagnosi e il trattamento precoci” per evitare anche i casi importati dall’estero, una piccola frazione dei contagi a livello nazionale. “Pechino sta affrontando la situazione di contenimento del Covid più complicata e grave da quando è emerso per la prima volta il coronavirus“, ha affermato nel briefing del pomeriggio Liu Xiaofeng, vicedirettore del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della città.

Il focolaio di Pechino, “la situazione peggiore dall’inizio della pandemia”

Le persone intenzionate a recarsi a Pechino, in Cina, dovranno sottoporsi a ripetuti test per la diagnosi del Covid-19 nei primi tre giorni del loro soggiorno e attendere l’esito del tampone prima di poter sospendere l’isolamento domiciliare. Lo ha annunciato oggi il portavoce dell’amministrazione municipale, Xu Hejian, precisando che la nuova disposizione entrerà in vigore da domani, 22 novembre. La capitale cinese sta affrontando l’ondata di Covid-19 “più complessa e grave” dallo scoppio della pandemia nel 2020, fa sapere il Centro municipale per il controllo e la prevenzione delle malattie, che nelle prime 15 ore di oggi ha segnalato 316 nuove infezioni a trasmissione locale. Per prevenire un aumento dei contagi su vasta scala, l’amministrazione ha rafforzato le restrizioni in diverse aree urbane della capitale: le scuole nei distretti di Haidian, Dongcheng e Xicheng hanno sospeso la didattica in presenza. Le misure di prevenzione e controllo sono state rafforzate anche nel capoluogo della provincia settentrionale dello Hubei, Shijiazhuang, dove verranno condotti test a tappeto in sei distretti da oggi fino al 26 novembre.

I conteggi di Covid in Cina sono bassi rispetto alla gran parte degli altri Paesi che sono tornati ad aprirsi: la ‘tolleranza zero’ finora seguita dal “modello cinese” si era recentemente un po’ allentata con alcune misure come la riduzione dei tempi di quarantena obbligatoria per tutti gli arrivi internazionali (da 10 a 8 giorni), ma resta in assoluto la più rigida al mondo.

Nel polo manifatturiero di Guangzhou, capoluogo del Guangdong, domenica sono stati segnalati più di 8.000 casi, spingendo i funzionari a lanciare test di massa nel distretto centrale di Haizhu (circa 1,8 milioni di residenti) e a bloccare il distretto di Baiyun (quasi 3,7 milioni) per cinque giorni. A Guangzhou sono stati segnalati la scorsa settimana proteste e scontri con la polizia a causa dei lockdown.

Il rischio di trasmissione dell’epidemia nel distretto ha continuato ad aumentare, e la situazione di prevenzione e controllo del virus risulta grave“, fanno sapere le autorità sanitarie in un post pubblicato sul loro account WeChat.

Canton, con una popolazione di circa 19 milioni di abitanti, ha riportato ieri 8.434 infezioni a trasmissione locale, in calo rispetto alle 8.713 registrate il giorno precedente. Il distretto di Panyu ha ripreso oggi la didattica in presenza per gli studenti di scuole medie e primarie, mentre sette degli 11 distretti della municipalità continueranno a tenere lezioni da remoto.

Questo tipo di misure così estreme adottate dal governo cinese continua a determinare pesanti conseguenze sull’economia internazionale, ormai strettamente legata all’andamento dell’economia cinese.

Condividi