Covid, possibilità di trovare l’antenato di SARS-CoV-2 “quasi nulle”

Stando alle conoscenze attuali, SARS-CoV-2 potrebbe aver condiviso un antenato con i coronavirus dei pipistrelli più recentemente di quanto precedentemente ipotizzato
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Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, è emerso il coronavirus SARS-CoV-2, che ha dato origine alla pandemia di Covid che per gli anni successivi ha sconvolto il mondo. Dall’inizio della diffusione del virus, moltissimi esperti hanno sequenziato i genomi dei coronavirus dei pipistrelli, esaminando campioni di tessuti conservati nella speranza di individuare l’antenato di SARS-CoV-2, ma tutti gli sforzi si sono rivelati poco proficui. Alcuni hanno anche ipotizzato che il virus sia sfuggito dall’Istituto di virologia di Wuhan, ma questa teoria non è stata convalidata da evidenze scientifiche. 

Ora un approfondimento, pubblicato sulla rivista Nature, ha ripercorso gli sforzi effettuati dalla ricerca per ricostruire le origini della pandemia ed è giunto ad una conclusione: le possibilità di rintracciare l’antenato di SARS-CoV-2 sono ormai quasi nulle.  

Stando alle conoscenze attuali, spiegano i virologi, SARS-CoV-2 potrebbe aver condiviso un antenato con i coronavirus dei pipistrelli più recentemente di quanto precedentemente ipotizzato. Individuare le origini dell’agente patogeno, però, è molto più complesso di quanto si possa immaginare. 

I virus possono infatti scambiare tra loro frammenti di RNA, attraverso un processo chiamato ricombinazione. In un’analisi presentata durante il World One Health Congress a Singapore, gli scienziati hanno confrontato frammenti di genomi di coronavirus per cercare di individuare le origini di SARS-CoV-2. L’indagine suggerisce che alcune sezioni di coronavirus di pipistrello e SARS-CoV-2 condividevano un antenato comune nel 2016, appena tre anni prima dell’inizio della pandemia. Questo lavoro, che non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria, restringe l’arco di tempo intercorso tra l’antenato di SARS-CoV-2 originato nei pipistrelli e l’agente patogeno che ha provocato la pandemia. I risultati, tuttavia, non contribuiscono alla spiegazione puntuale di come e quando sia avvenuto il salto.  

Le possibilità di trovare un antenato diretto di SARS-CoV-2 sono quasi nulle. L’agente patogeno che ha raggiunto l’umanità nel 2019 potrebbe essere stato il frutto di una serie di ricombinazioni e mutazioni. È ormai praticamente impossibile ricostruire le origini della pandemia”, afferma Edward Holmes, virologo evoluzionista presso l’Università di Sydney.  

Finora sono stati isolati più di una dozzina di virus strettamente correlati al SARS-CoV-2 da pipistrelli e pangolini. Questo approccio ha portato all’individuazione di due parenti stretti dell’agente patogeno: un virus di pipistrello trovato in Laos chiamato BANAL-52, il cui genoma è identico al 96,8% a quello di SARS-CoV-2, e un virus chiamato RaTG13, trovato nello Yunnan, nella Cina meridionale, che condivide il 96,1% del proprio genoma con il responsabile della pandemia. “Per tradurre in arco temporale queste differenze – afferma Spyros Lytras, dell’Università di Glasgow – abbiamo confrontato 18 virus di pipistrello e pangolino strettamente correlati a SARS-CoV-2 e li abbiamo uniti in 27 segmenti, ognuno dei quali ha una storia evolutiva diversa”. Per ogni tratto, i ricercatori hanno utilizzato un sottoinsieme più ampio di 167 virus correlati per stimare quanto recentemente SARS-CoV-2 abbia condiviso un antenato comune con il virus considerato.  

L’analisi ha rivelato che alcuni segmenti condividevano un antenato comune con SARS-CoV-2 solo pochi anni fa, con i frammenti più giovani associati a tessuti di pipistrelli campionati nello Yunnan e nel Laos. “Alcuni frammenti esaminati – conclude Lytras – erano piuttosto corti, il che rende le stime meno affidabili. Questo approccio è stato molto interessante, e potrebbe averci avvicinato un po’ alla risoluzione del mistero sulle origini di SARS-CoV-2, che però potrebbero essere troppo complesse da ricostruire”.  

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