Covid, la Società di medicina chiede il ritiro dei vaccini dal mercato: le motivazioni

Tra le motivazioni alla base della richiesta della Sim di ritirare i vaccini anti-Covid dal mercato ci sono la scarsa efficacia e i dati raccolti sugli effetti avversi
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La Società italiana di medicina (Sim) ha redatto un documento per chiedere il ritiro dei vaccini anti-Covid. La Sim invita i sanitari a compilare il documento, presente sul proprio sito web, che dovrà essere inviato a diversi enti istituzionali, tra cui l’Aifa, il Ministero della Salute, la Corte costituzionale e la Procura di Roma. 

Nel documento, viene richiesto il ritiro dal mercato dei vaccini Pfizer e Moderna, oltre che la sospensione dell’Aic, ossia l’Autorizzazione all’immissione in commercio rilasciata dall’Aifa. Le motivazioni alla base di tali richieste sono la scarsa efficacia dei vaccini e i dati raccolti sugli effetti avversi. Stando ai dati dell’ultimo report di farmacovigilanza dell’Aifa, sarebbero “139.548 le segnalazioni di sospette reazioni avverse, delle quali 25.839 si riferiscono ad eventi avversi gravi”, si legge nel testo. Inoltre, vengono segnalati “almeno 955 decessi dei quali 29 certamente correlati, secondo lo stretto algoritmo dell’Oms, alla vaccinazione Covid-19 (e gli altri non escludibili)”. 

Nella lista delle motivazioni che hanno portato la Sim a tale richiesta, figurano anche la “sottostima dei dati della farmacovigilanza italiana”, come emerge da un confronto con i dati Vaers degli Stati Uniti, l’incapacità del medicinale di “ottenere l’effetto terapeutico per il quale è stato autorizzato (prevenzione della malattia Covid-19 di qualsiasi grado, non solo quindi la forma grave e/o quella che porta ad ospedalizzazione)”, l’assenza di dati sulla genotossicità e cancerogenesità. 

Nel testo, viene anche valutato che “il rapporto rischio beneficio non può mai essere favorevole quando a fronte di una mortalità di una fascia di popolazione di 82 anni di età media viene messa in serio pericolo la vita di giovani che, senza alcun fattore di rischio, non trarrebbero alcun beneficio a fronte di un potenziale pericolo nell’utilizzo di terapie geniche sperimentali (e quindi non certamente sicure per definizione)”. 

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