Mentana ci ricasca. Per il giornalista di La7 che con il suo Open pretende di smascherare bufale online auto-proclamandosi paladino della verità (ovviamente sempre di parte), la scossa di terremoto che all’alba di mercoledì ha colpito le Marche è stata “del 5,5 per cento“. Una gaffe clamorosa, perché i terremoti si misurano per magnitudo e non per percentuale, ancor più clamorosa considerando che lo stesso Mentana ci era già cascato meno di due anni fa commettendo lo stesso identico errore.
In quel caso il terremoto aveva colpito Milano ed era stato di magnitudo 3.8, ma per Mentana si era trattato di “una scossa del tre virgola otto per cento“. Travolto dalle critiche, dopo neanche due anni siamo punto e a capo. E le critiche, più che comprensibili, stavolta sono ancora più pesanti perché se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. “Non ci posso credere: lo ha rifatto!” ha scritto su Linkedin l’ingegnere strutturista Paolo Rugarli, autore di numerosi studi scientifici sulla sismologia.
“Anche questa volta – ha scritto Rugarli – lo stimato e ben noto Direttore del TG del La7 Enrico Mentana ha detto, nei titoli del TG delle 20.00, che la scossa di terremoto è stata del 5.5 “PERCENTO”. Era già successo due anni fa. Anche allora io mi ero sconcertato perché…. Perché se il Dott. Mentana sentisse uno dei “suoi” giornalisti dire che I Promessi Sposi li ha scritti Carducci, o che Hitler è andato al potere nel 1954, o che Frascati è in provincia di Lucca, o che la statua di Ilaria del Carretto è di Michelangelo, lo riprenderebbe in diretta come spesso fa, a volte senza neanche troppo scherzare. Ma perché mai in questo Paese, dopo tutti i morti e i terribili disastri che ci sono stati, un giornalista importante non sente il bisogno almeno di capire cosa voglia dire magnitudo 5.5? Perché questa grande ignoranza è considerata naive, mentre in altre materie sarebbe squalificante? Perché le lapalissianità scientifiche in questo Paese non fanno testo e si possono ignorare completamente? Chiediamocelo e pretendiamo che le cose cambino. Perché qui stiamo a zero (per cento)“.