Alluvione a Messina, non ci sono morti ma è un disastro: piana di Milazzo in ginocchio | FOTO e VIDEO

Alluvione Messina: la situazione migliora, fortunatamente non ci sono morti ma i danni sono gravissimi. Il punto della situazione con foto e video
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Fortunatamente non ci sono morti ma la provincia di Messina è in ginocchio nella sua fascia tirrenica più vicina allo Stretto, precisamente nella piana di Milazzo. Le località più colpite dall’alluvione di oggi pomeriggio sono Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto e Terme Vigliatore, flagellate da un violento temporale auto-rigenerante alimentato dallo scirocco e accentuato dall’effetto Alcantara-Agrò.

In poche ore sono caduti 297mm di pioggia a Novara di Sicilia, 254mm a Rodì, 209mm a Barcellona Pozzo di Gotto, 164mm a Pace del Mela, 156mm a Terme Vigliatore, 114mm a Torregrotta, 112mm a Linguaglossa, 89mm a Torregrotta, 53mm ad Antillo: una vera e propria valanga d’acqua che ha provocato un disastro a valle. L’A18 Messina-Palermo è stata chiusa nel tratto tra Milazzo e Falcone in entrambi i sensi di marcia, poi è stata riaperta verso Messina ma è ancora chiusa in direzione Palermo.

Interventi dei Vigili del Fuoco nel messinese per il maltempo

Si circola ancora a fatica e a singhiozzo sulle statali. Un ponte ha in parte ceduto a Terme Vigliatore (vedi fotogallery scorrevole a corredo dell’articolo). A Barcellona Pozzo di Gotto il torrente Longano non è esondato per un soffio ma gli allagamenti sono stati molto diffusi, tanto che i Vigili del Fuoco sono intervenuti per soccorrere decine di persone intrappolate in abitazioni e veicoli sommersi dall’acqua. Impressionanti le immagini dalla città:

Alluvione, le drammatiche immagini del disastro di Barcellona Pozzo di Gotto
Alluvione Barcellona Pozzo di Gotto, la piena del torrente Longano
Alluvione a Barcellona Pozzo di Gotto, le immagini del torrente Longano in piena

A Milazzo la pioggia ha completamente allagato Parco Corolla, il principale centro commerciale dell’hinterland. Anche qui sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco che hanno dovuto chiedere l’invio di rinforzi dai comandi della Sicilia orientale:

Milazzo, Parco Corolla completamente allagato dopo l'alluvione
Alluvione nel messinese: interventi dei Vigili del fuoco

Spettacolari le immagini del temporale autorigenerante visto dalla Calabria tirrenica con saette in continuazione sul mare (altre immagini nella fotogallery a corredo dell’articolo):

Maltempo, il temporale autorigenerante del messinese visto dalla Calabria

Adesso la situazione sta migliorando: i forti temporali si stanno allontanando proprio sulla Calabria, dove piove forte, ma nel messinese il cielo è schiarito. Soffia un forte vento di scirocco e fa molto caldo: a Barcellona Pozzo di Gotto la colonnina di mercurio segna addirittura +18°C. Domani sarà una splendida giornata di sole e clima mite, con temperatura massima ben superiore ai +20°C. Per seguire la situazione meteo in tempo reale consigliamo come sempre le pagine del nowcasting da cui è possibile seguire l’evoluzione meteorologica minuto per minuto su tutto il territorio nazionale e continentale:

L’effetto “Alcantara-Agrò”: come innesca le alluvioni nel messinese tirrenico

effetto alcantara
Uno schema rappresentativo del cosiddetto effetto “Alcantara-Agrò”. Nella grafica, elaborata da Marco Rando, si nota come il flusso umido sciroccale tenda a canalizzarsi all’interno delle principali vallate peloritane, incrementando lo sviluppo di imponenti addensamenti lungo il crinale

Sembrerebbe un paradosso, eppure in determinate circostanze, quando la dorsale peloritana viene sferzata da possenti flussi sciroccali (con raffiche fino a 120-130 km/h sui crinali), derivati da grandi differenze di pressione (isobare molto ravvicinate fra loro) fra il basso Tirreno e lo Ionio, sono proprio le zone del messinese tirrenico ad essere flagellate da precipitazioni persistenti che possono divenire persino torrenziali, mentre il versante ionico della provincia, che in teoria dovrebbe essere quello maggiormente esposto all’aria caldo e umida convogliate dallo Scirocco, rimane quasi a secco, con qualche fulmineo rovescio di pioggia misto a sabbia desertica (lo Scirocco ne trasporta sempre un bel quantitativo dal Sahara algerino o libico). Proprio in questa zona si accende una dinamica di correnti molto particolare che favorisce l’afflusso di enormi quantità di umidità e vapore acqueo, pronto alla condensazione e allo sviluppo di compatti addensamenti nuvolosi pronti a dare la stura a precipitazioni alle volte abbondanti. Su tutto un ruolo determinante lo gioca la componente delle correnti, sia in quota (quindi sopra i crinali montuosi) che nei bassi strati (lungo le strette vallate peloritane). Quando la componente assume una direzione da S-SE o SE, sia in quota (fino a 3000-4000 metri), che al suolo, allora il gioco è fatto. Qui poi entra in scena la vallata dell’Alcantara, e in misura minore pure la val d’Agrò, dove scorrono gli omonimi corsi d‘acqua. Molto spesso, quando le correnti si orientano da SE a tutte le quote (nella medio-bassa troposfera), l’aria molto umida e pesante che sale dallo Ionio verso il versante orientale di Etna e i Peloritani, in parte, si incanala all’interno dell’Alcantara e della valle d’Agrò, penetrando per chilometri fino all’entroterra. L’aria molto umida, di provenienza ionica, incanalandosi dentro le strette vallate ioniche, fra Etna e Peloritani, è costretta a valicare i primi comprensori montuosi, che rappresentano il versante meridionale della dorsale nebroidea. Per una forzatura orografica la massa d’aria molto tiepida e carica di umidità viene costretta a sollevarsi verso l’alto lungo la parte più alta del bacino dell’Alcantara. Salendo di quota tenderà a raffreddarsi, favorendo di conseguenza la condensazione del vapore acqueo e il successivo sviluppo di imponenti annuvolamenti cumuliformi (Cumuli, Congesti, Cumulonembi) lungo il crinale esposto a sud.

La presenza in quota di un forte getto meridionale (“Jet Streaks”), legato ad un ramo secondario della “corrente a getto sub-tropicale” che risale dall’entroterra algerino, in genere o da Sud o Sud-ovest, scorrendo a gran velocità sopra la catena montuosa, tende ad esaltare le cumulogenesi orografiche che si vengono a formare in loco (tra il versante nord dell’Etna, il sud dei Peloritani e il sud dei Nebrodi) fino al punto da farle tracimare sull’altro versante, ossia quello che si affaccia al Tirreno. Se l’umido flusso sciroccale che si incanala sull’Alcantara persiste per ore il continuo afflusso di aria umida marittima che viene sbattuta sul versante meridionale dei Nebrodi contribuirà ad alimentare la crescita degli addensamenti nuvolosi che diverranno sempre più compatti e sviluppati, al punto da dare la stura a piogge di moderata o forte intensità che rimarranno persistenti fino a quando non si rompe questo delicato equilibrio che si instaura fra i due versanti nebroidei (basta un calo della ventilazione per annullare gli effetti o far concentrare le precipitazioni solo sui versanti meridionali dei Nebrodi e monti Peloritani).

Alle volte sono proprio i rilievi, al confine tra Peloritani e Nebrodi, che superano anche i 1000-1200 metri, ad agevolare la costruzione di grandi annuvolamenti cumuliformi che si espandono sino al Longano e alla pianure del milazzese, portando piogge e rovesci, sotto le sferzanti raffiche di Scirocco e Ostro che scendono dai rilievi circostanti. Tale dinamica, meglio nota come “effetto Alcantara-Agrò” (dal nome delle omonime vallate che lo producono), ha già provocato gravi alluvioni nella storia come quelle dell’11 Dicembre 2008 o del 22 Novembre 2011.

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