Artemis: la NASA vuole far “vivere astronauti sulla Luna in questo decennio”

Dopo aver dimostrato la sicurezza dei componenti e dei sistemi di Artemis, il piano della NASA è avere esseri umani che vivono sulla Luna "in questo decennio"
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Gli esseri umani potrebbero rimanere sulla Luna per lunghi periodi nel corso di questo decennio. Queste parole, pronunciate alla BBC da Howard Hu della NASA, sono state accolte con ironia e scetticismo sul web, facendo ben presto il giro del mondo. Ma quanto dichiarato da Hu è solo la perfetta sintesi delle ambizioni a lungo termine dell’agenzia spaziale americana riguardo il nostro satellite. Il lancio della missione Artemis 1, che sta tornando sulla Terra, segna il primo passo del programma Artemis della NASA, che punta non solo a riportare l’uomo sulla Luna ma anche a costruire una base permanente sul satellite. 

Hu, manager del programma Orion per l’agenzia spaziale americana, ha affermato che saranno necessari habitat per supportare le missioni scientifiche. Hu ha detto a Laura Kuenssberg che Artemis 1 “è il primo passo che stiamo compiendo verso l’esplorazione dello spazio profondo a lungo termine, non solo per gli Stati Uniti ma per il mondo. Stiamo tornando sulla Luna, stiamo lavorando per un programma sostenibile e questo è il veicolo che trasporterà le persone che ci riporteranno di nuovo sulla Luna”. 

Hu ha spiegato che se l’attuale volo Artemis avrà successo, il prossimo sarà con equipaggio, seguito da un terzo in cui gli astronauti atterreranno di nuovo sulla Luna per la prima volta dall’Apollo 17, 50 anni fa nel dicembre 1972. 

Una delle fasi più critiche della missione Artemis 1 è riportare il modulo Orion in sicurezza sulla Terra. Rientrerà nell’atmosfera del pianeta a 38.000km/h, ovvero 32 volte la velocità del suono e lo scudo sul lato inferiore sarà sottoposto a temperature che si avvicinano ai 3.000°C. Una volta che la sicurezza dei componenti e dei sistemi di Artemis sarà testata e dimostrata, Hu ha affermato che il piano è avere esseri umani che vivono sulla Luna “in questo decennio”.  

Gran parte del motivo per tornare sulla Luna è scoprire se c’è acqua al Polo Sud del satellite, ha aggiunto il funzionario della NASA, perché potrebbe essere convertita per fornire carburante per i veicoli spaziali che si spingono nello spazio profondo, ad esempio verso Marte. “Invieremo persone sulla superficie e vivranno su quella superficie e faranno scienza“, ha detto Hu. 

“Sarà davvero molto importante per noi imparare un po’ oltre la nostra orbita terrestre e poi fare un grande passo quando andremo su Marte. E le missioni Artemis ci consentono di avere una piattaforma e un sistema di trasporto sostenibili che ci permettono di imparare come operare nell’ambiente dello spazio profondo”, ha concluso Hu. 

Una presenza umana permanente sulla Luna 

Oltre a riportare l’uomo sulla Luna, dunque, la NASA pensa anche ad una presenza umana permanente. Con questo obiettivo, è stata concepita l’idea del Lunar Gateway, una stazione orbitante intorno alla Luna, che farà da piattaforma per gli allunaggi – e dunque per l’attività scientifica sul satellite – e anche da trampolino di lancio per il prossimo, ambizioso obiettivo dell’esplorazione spaziale: Marte. 

Dopo Artemis 1, seguirà la missione Artemis 2 con equipaggio (non ancora noto), al momento prevista per la fine del 2024. Neanche in questo caso, ci sarà un allunaggio: la missione orbiterà attorno alla Luna per condurre una nuova serie di test.  

Per riportare l’uomo sulla Luna con Artemis 3, verrà impiegato “Moonship”, una versione modificata della Starship di SpaceX, che, attraccata ad Orion, fungerà da lander. Entro febbraio 2023, è previsto il primo volo orbitale di Starship. Tra gli altri passi necessari, è prevista anche la realizzazione di una cisterna da lanciare in orbita terrestre, dove le Moonship possano rifornirsi prima di raggiungere la Luna. Entro la fine del 2024, poi, è previsto un allunaggio di prova senza equipaggio, in vista del primo allunaggio dall’epoca Apollo, ad oggi previsto non prima del 2025. Si tratta di tappe molto serrate e molti sono scettici sull’effettiva capacità di rispettare questa tabella di marcia.  

Insomma, il programma per riportare l’uomo sulla Luna e farlo restare in una base permanente è molto ambizioso. Tante sono le tappe da rispettare, i progressi da compiere, i traguardi da raggiungere in questa nuova corsa alla Luna che coinvolgerà la NASA, insieme a tanti partner internazionali. Tra cui l’Italia, che ha già un ruolo di primo piano nella missione Artemis 1.  

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