Covid, Rezza: “c’è endemizzazione ma la pandemia non è finita”

Uno dei problemi "è la diagnosi differenziale, cioè la possibilità di distinguere" il virus dell'influenza dal Covid: si rischia la congestione degli ospedali"
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Della pandemia “qui c’è un’endemizzazione con ondate di limitata intensità. Ma se invece ci domandiamo: è finita biologicamente? Allora la risposta è non del tutto e non dappertutto, basta vedere cosa succede in Cina“. E’ quanto dichiarato in  un’intervista a La Repubblica dal direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute Gianni Rezza. “Circolano sia Covid che influenza. Non si rischia di prenderli tutti e due, perché c’è un meccanismo di interferenza virale che protegge in parte dalla doppia infezione. Il quadro però è complicato, la malattia stagionale torna dopo due anni” aggiunge.

Uno dei problemi “è la diagnosi differenziale, cioè la possibilità di distinguere i due virus, cosa che incide sulle cure“. Il rischio è sempre quello che i più piccoli “li portino in casa, a nonni e altri parenti fragili. Anche per questo gli anziani vanno vaccinati“. Gli obblighi legati al Covid “sono venuti meno un po’ ovunque – ricorda Rezza -. Noi li abbiamo sostituiti con raccomandazioni e indicazioni, puntando sulla responsabilità individuale“.

Dopo oltre due anni, “gli strumenti per prevenire li conosciamo tutti”. La fine della pandemia “non si stabilisce per decreto ufficiale. Però abbiamo assistito alla fine sociale della pandemia, che ha portato alla conclusione dello stato emergenziale e delle misure, non solo da noi ma in tanti Paesi. Ora abbiamo una certa immunizzazione della popolazione, grazie ai vaccini e al fatto che molti sono stati infettati“. Con il coronavirus “bisogna conviverci senza che però abbia una velocità di circolazione alta – sottolinea Rezza –. Va fatto camminare lentamente, tenendo la curva dell’incidenza sotto controllo. È il modo per evitare la congestione degli ospedali”.

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