Il Giappone sta cercando di coinvolgere società private in un programma per aumentare la capacità energetica alimentata a gas naturale dell’equivalente di 7 o 8 centrali elettriche per far fronte alle previste carenze: lo riporta Nikkei.
Il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria prevede l’entrata in funzione di 6.000 megawatt entro l’anno fiscale 2030. Verrà fornito sostegno al recupero dei costi di costruzione e di investimento, una mossa per contrastare l’esitazione delle società a partecipare a causa dei prezzi imprevedibili del GNL e della transizione generale verso la decarbonizzazione.
Le aziende saranno reclutate tra l’anno fiscale 2023 e 2025. L’obiettivo energetico è pari al 3% in più rispetto al picco di domanda del Paese in inverno e in estate. Il supporto sarà fornito non solo per i nuovi progetti, ma anche per quelli che avranno già iniziato la fase di progettazione e la costruzione in tempo per la data prevista per l’anno fiscale 2030.
Circa un terzo delle centrali elettriche convenzionali a combustibili fossili di proprietà delle principali compagnie elettriche è in funzione da 20 a 29 anni. Il METI stima che questa infrastruttura obsoleta rischi di ridurre la produzione di 9.000 MW entro il 2030 circa.
Le moderne centrali elettriche a gas hanno emissioni di anidride carbonica relativamente basse e se le centrali elettriche a carbone vengono ricostruite per utilizzare il gas, le emissioni possono essere dimezzate.
Il Giappone è stato relativamente lento nell’introdurre l’energia rinnovabile e nel riavviare le centrali nucleari. Il gas naturale è una delle principali fonti di energia, rappresentando la quota maggiore della produzione di energia elettrica del paese al 34% nell’anno fiscale 2021.
Sebbene il sostegno sarà subordinato alla decarbonizzazione a lungo termine, il programma potrebbe essere interpretato all’estero come una ritirata a breve termine: ciò potrebbe influenzare aziende e istituzioni finanziarie.