“Ancora non sappiamo con precisione i dati, ma di certo domani sarà annunciato un risultato molto importante nel campo della fusione nucleare“. Lo conferma all’AGI Stefano Atzeni, docente dell’Università di Roma La Sapienza, esperto di fusione. “Da giorni nell’ambiente – ha spiegato Atzeni – si susseguono voci. Quello che sappiamo con certezza è che ci siano state una serie di reazioni in cui alla National Ignition Facility negli Stati Uniti si è ottenuta più energia di quanto ne sia stata necessaria per ottenerla. Secondo alcuni si sarebbero ottenuti almeno 2,4 MegaJaoule (MJ) dalla fusione, mentre se ne sono spesi 2,1 per alimentare l’impulso laser necessario a innescare la reazione. Alcuni, ha aggiunto parlano addirittura di 3 mega joule di energia ottenuta dalla fusione“.
“Oggi – dice Atzeni – si utilizza un singolo impulso perché i laser attuali di grande potenza non consentono operazioni ripetitive. In un futuro reattore i laser emetteranno uno o più impulsi al secondo e ognuno farà reagire un bersaglio”. “Si tratta – ha aggiunto Atzeni, che nelle settimane scorse ha firmato una review su Nature su un altro studio sulla fusione nucleare – di un passo avanti importante. In questo caso poi, si tratta di un tipo di reazione in cui la reazione nucleare è indotta grazie a una serie di impulsi laser della durata di un diecimialrdesimo di secondo e quindi funziona un po’ come un motore a scoppio”. Non è necessario quindi mantenere acceso il plasma come avviene nei sistemi con confinamento magnetico.
“Domani – ha detto ancora – sapremo con certezza i risultati ottenuti dai colleghi. Certo è che questo annuncio rappresenta uno smacco per le scelte fatte dall’Unione Europea che invece ha deciso di puntare sul confinamento magnetico. Ricordo di aver partecipato a meeting dello European science and technology assembly (costituita dal Parlamento Europeo) a Bruxelles e ad Oxford in cui fisici di primo livello come Carlo Rubbia e Nicola Cabibbo, oltre a colleghi internazionali, avevano raccomandato di sostenere questo percorso alternativo alla fusione nucleare, che però è rimasto lettera morta”.