“Si arresta la crescita” del numero di casi di sindromi simil-influenzali in Italia. Nella 49esima settimana del 2022, l’incidenza è infatti pari a 15,5 casi per mille assistiti (erano 16,0 nella settimana precedente) e si attesta nella “fascia di intensità alta“. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss) relativo alla settimana dal 5 all’11 dicembre nella quale – spiega l’Iss – la curva epidemica dell’influenza ha smesso di salire. “Finora il suo andamento è anticipato – si legge – con un valore di incidenza nel picco superiore a tutte le precedenti stagioni“.
Stabile l’incidenza in tutte le fasce di età, risultano tuttavia maggiormente colpite le fasce di età pediatriche e in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui l’incidenza è pari a 50,6 casi per mille assistiti (49,8 nella settimana precedente). In sei Regioni (Piemonte, PA di Bolzano, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo) l’incidenza ha superato la soglia di massima intensità. Sono ormai 4,4 milioni gli italiani colpiti dal virus, 916mila nell’ultima settimana (la precedente erano stati 946mila). La curva rimane ben sopra i picchi influenzali degli ultimi anni, almeno dal 2009, ma il picco sembrerebbe superato, anche se serviranno le prossime settimane per averne certezza.
Lopalco, “per Natale il picco dell’influenza più il Covid sono una tempesta perfetta per gli ospedali”
“Il picco dell’influenza arriverà nel pieno delle vacanze natalizie, accompagnato dalla ripresa della circolazione Covid e dai tanti altri virus che stanno circolando. Questo mix ha come conseguenza un’ovvia pressione sugli ospedali, a partire dal pronto soccorso, proprio nel momento delle ferie natalizie, necessarie per il personale ospedaliero stremato: una tempesta perfetta, ma prevedibile. Tutti noi avevamo lanciato da tempo l’allarme“. A dirlo all’Adnkronos Salute è Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, commentando i dati del monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, che indicano un aumento dell’occupazione dei letti di area medica nelle strutture ospedaliere.
“La previsione per una stagione caratterizzata da un’influenza più intensa degli anni scorsi era nota a tutti“, ricorda Lopalco. “I dati provenienti dall’emisfero australe, dove la stagione influenzale arriva prima, indicavano che sarebbe arrivata in anticipo e sarebbe stata intensa. Ed è quello che è successo“, sottolinea l’epidemiologo secondo il quale, dal punto di visto dell’organizzazione sanitaria, “sull’influenza in particolare c’è stato un ritardo di azione, perché la vaccinazione può avere un impatto nel ridurre il carico degli ospedali se fatta nei tempi giusti. Ma non si è stati abbastanza tempestivi“.