Mihajlovic e Vialli, tumori legati al mondo del calcio? I dubbi di Lotito e il parere dell’oncologo

Dai vaccini alle cure, secondo Lotito non è un caso che calciatori come Mihajlovic, Vialli e tanti altri siano stati colpiti da tumori spesso letali
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La morte di Sinisa Mihajlovic ha gettato nello sconforto il mondo del calcio e non solo. Numerose le manifestazioni di solidarietà e le condoglianze, commosse, ricevute dalla famiglia, sia da personaggi noti che da cittadini e fan del calciatore serbo. Ucciso da una forma grave di leucemia, Sinisa ha lottato per anni come un leone. Ma non ce l’ha fatta. Ora, anche Gianluca Vialli sta lottando con il suo tumore al pancreas. Vialli ha dovuto infatti sospendere i suoi impegni professionali a causa del cancro che l’ex calciatore sta combattendo da anni.

In merito ai due casi che hanno sconvolto il mondo del calcio, si è espresso il senatore di Forza Italia e presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito: “Troppe malattie tra i giocatori. Bisogna approfondire“. “Ricorrono troppo spesso alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress e di cure“, ha spiegato Lotito. “Stiamo parlando del nulla, non c’è nessun discorso scientifico, certo ci dobbiamo porre l’interrogativo sul perché accadono queste cose in modo ricorrente. Accadono anche nella vita ordinaria, ma su dei fisici possenti e forti è più difficile che possano accadere. Mi auguro non ci sia nessun nesso però ci dobbiamo porre degli interrogativi a 360° per approfondire alcuni tipi di malattie che cominciano a essere numerose nel nostro mondo”.

Lotito
Foto Ansa

Bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate, ora non voglio fare l’esperto, al tipo di stress, di cure che venivano fatte all’epoca e ai trattamenti che venivano fatti sui campi sportivi“, ha detto ancora Lotito. “Per esempio, i vaccini servono e vanno fatti, ma nessuno sa quello che potranno determinare in futuro“, aggiunge.

Bruno Beatrice come Mihajlovic

Mihajlovic e Vialli non sono infatti gli unici ex calciatori ad aver dovuto combattere con il cancro. Basti pensare alla leucemia di Bruno Beatrice. Il centrocampista della Fiorentina si ammalò nel 1985, un anno dopo il ritiro, per una leucemia linfoblastica acuta. Nel 1976 aveva trattato una pubalgia cronica con radioterapia a base di raggi X. E non fu l’unico calciatore della Fiorentina di quegli anni a morire prematuramente. All’epoca la procura di Firenze aprì un’indagine per omicidio preterintenzionale a carico dell’allenatore Carlo Mazzone. I giudici archiviarono l’indagine per prescrizione.

A livello scientifico non vi è alcun legame, dimostrato, tra il caso di Beatrice e Mihajlovic, colpiti da due forme diverse di leucemia. E tantomeno vi è con il caso di Vialli, colpito da una neoplasia di diverso tipo.

Vaccini, l’oncologo Pinto: “Lotito sbaglia, non c’è nesso con i tumori dei calciatori”

Non abbiamo alcun dato che possa sostenere quanto afferma il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Quello che possiamo dire è che in una popolazione molto ampia, anche dal punto di vista epidemiologico, ci può essere una certa percentuale di casi di neoplasie che insorgono anche tra i giovani. Ma questo rientra nelle statistiche di incidenza dei tumori anche nella fascia di età come quella dei giocatori. Direi che non c’è nessun dato che possa supportare questo tipo di affermazione”. Così all’Adnkronos Salute Carmine Pinto, presidente Federation of Italian Cooperative Oncology Groups oggi a margine della conferenza stampa sul colangiocarcinoma che si è tenuta alla Camera dei Deputati.

Le dichiarazioni dell’oncologo sono arrivate in seguito alle dichiarazioni di Lotito e al ruolo dei vaccini da approfondire. “Lotito dice che bisogna approfondire alcune malattie, che i vaccini vanno fatti ma nessuno sa quello che potranno determinare in futuro? Dico solo che ognuno di noi deve parlare delle cose che conosce“, conclude.

Allo studio legame tra Sla e il calcio

Vi sono, invece, delle evidenze di una possibile associazione tra il calcio e la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che ha avuto tra le sue vittime ad esempio Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo. Una conferma del legame è arrivata due anni fa da uno studio italiano, condotto da Elisabetta Pupillo e da Ettore Beghi, dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi ad oltre 23mila giocatori di calcio di serie A, B e C dal 1959 al 2000. Hanno rilevato 34 casi di Sla, ovvero un’incidenza  doppia rispetto a quella nella popolazione generale.

Il rischio è risultato maggiore per i più giovani, sotto i 45 anni. Ad essere colpiti soprattutto i centrocampisti della serie A, con un esordio della malattia anticipato di circa 20 anni rispetto alla popolazione generale. Gli studiosi ipotizzano un legame con eventi traumatici, molto frequenti in alcuni sport da contatto come il calcio.

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