Abbassare pressione e glicemia alta con un anti-diabetico naturale: è ricco di proteine e aiuta anche a dimagrire

Un legume ricco di proteine vanta tante proprietà terapeutiche, ha dimostrato di abbassare la glicemia alta, con effetti positivi su colesterolo e pressione
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E’ un alimento spesso definito la “carne dei vegetariani“: è un legume ricco di proteine, da tempo oggetto di ricerca in campo nutraceutico, con numerose proprietà terapeutiche, ed ha anche dimostrato di abbassare la glicemia alta.
Il lupino presenta il più alto contenuto di proteine vegetali, importanti per le proprietà benefiche che apportano al nostro organismo.
I lupini sono ricchi di vitamine e minerali, hanno il 40% in più di proteine rispetto a tutti gli altri vegetali come ceci, soia e lenticchie.

In particolare, qualche tempo fa è stato condotto uno studio in Italia sull’alimento, sotto la guida dei gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal professor Marcello Duranti.

Sono le proteine del lupino a possedere le caratteristiche più importanti: una di queste, infatti, la gamma-conglutina, riduce lo zucchero nel sangue se assunta anche in dosi di pochi grammi al giorno,” ha spiegato Duranti: ciò rende il legume un componente ottimo nella dieta di persone diabetiche. “La ricerca è stata condotta su ratti resi iperglicemici, nutriti per tre settimane con alimenti derivati dal lupino. Il risultato è stato molto soddisfacente: gli effetti concreti di un’alimentazione a base di lupino sono la riduzione dell’incremento del peso corporeo, l’assorbimento del cibo e una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue“.

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Un altro aspetto interessante è dato dal fatto che la farina che si ricava dal lupino è totalmente priva di glutine, perciò non irrita l’intestino ed è ideale per chi soffre di celiachia. Questa farina, inoltre, ha “eccellenti proprietà nutrizionali, perché contiene un alto quantitativo di proteine, paragonabile a quello di carne e uova“.

Il lupino ha una lunga storia, “dalla dieta dei soldati romani – hanno spiegato gli esperti – che affrontavano lunghi viaggi portando grandi scorte di lupino per ricavare una pasta da assumere come componente proteica assieme a pane e vino, alle moderne tecniche agricole e produttive, che consentono di non assumere più i semi di lupino trattati e conservati per mezzo di concentrazioni di sale, che aumentano il rischio di pressione alta. Si può invece produrre pane, pasta, ma anche altri prodotti con quantità crescenti di proteine di lupino, come i gelati o addirittura delle bistecche ‘milanesi’ dal gusto eccellente“.

Tante le varietà di lupino esistenti, come “l’albus (il classico lupino bianco giallognolo dell’area mediterranea), l’angustifolius (che cresce prevalentemente in Australia) e il luteus (che cresce a diverse latitudini)”. Tra queste varietà, ci sono differenze interessanti: “Alcune sono più ipocolesterolemiche, altre più antidiabetiche, altre possono esercitare effetti diversi, per esempio sulla pressione o anche sull’aumento di peso. Le proteine del lupino possono agire sul sistema del ‘freno ileale’, un meccanismo intestinale di risposta a diverse componenti dietetiche che porta a ridotta contrazione gastrica, ridotto appetito e perdita di peso“.

Lupini: un anti-diabetico naturale che abbassa la glicemia e la pressione alta

 

I lupini sono i semi del Lupinus albus, appartenenti alla famiglia delle Leguminose.
Vantano origini antichissime tanto che gli archeologici li hanno ritrovati all’interno delle piramidi egizie e nelle tombe Maya. Sappiamo anche che erano ben noti e conosciuti da Greci e Romani, tanto da essere menzionati nelle opere di Ippocrate e nelle epistole di Orazio. Nutrienti, energetici, accelerano il transito intestinale, prevenendo la stitichezza, favoriscono la proliferazione della microflora intestinale probiotica, promuovono l’abbassamento del colesterolo cattivo nel sangue, preservano il corretto funzionamento del sistema cardiovascolare, tengono sotto controllo la pressione alta.
Combattono diabete e insulino-resistenza, donando un rapido senso di sazietà, aiutando a dimagrire nel quadro di un dieta complessivamente bilanciata.

I lupini, ricchissimi di proteine, possono essere paragonati a carne e uova. Non mancano i benefici cosmetici in quanto essi donano elasticità ai tessuti cutanei, prevenendo l’invecchiamento e la formazione di rughe. A causa del loro forte sapore amaro, non possono essere cucinati tradizionalmente ma necessitano di essere bolliti e poi tenuti in acqua e sale per almeno tre ore prima di essere mangiati. La farina di lupini, molto utilizzata dagli intolleranti al glutine, viene impiegata per la preparazione di pane, pasta, biscotti, polpette, frittate, crackers, insaccati, carne in scatola.

La ricetta della frittata di lupini

I lupini possono essere utilizzati come base di ingredienti per molte ricette (primi, dolci e secondi piatti). Utilizzando la farina di lupini beneficeremo non solo delle sue elevate proprietà nutrizionali ma otterremo dei piatti originali e molto gustosi. Le frittata con farina di lupini è un secondo sfizioso da gustare, può essere apprezzato anche dalle persone che soffrono di celiachia, essendo priva di glutine. La farina di lupino è ricca di proteine, può essere miscelata nei prodotti da forno e nel pane nella misura dal 10 al 30%. Il suo sapore ricorda la nocciola e il suo colore giallo donerà un bell’aspetto alla vostra frittata. La cottura può avvenire al forno o in padella; per ottenere questa deliziosa frittata occorrono:

Ingredienti

  • 1 tazza di farina di lupini
  • 200 gr. di latte vegetale
  • 1 pomodoro
  • mezza cipolla
  • origano
  • olio e sale q.b.

Preparazione

Tagliate il pomodoro a tocchetti, e tritate la cipolla. A parte unite il latte e la farina di lupini, mescolando bene con una frusta per evitare la formazione di grumi. Aggiungete la cipolla, il pomodoro e l’origano, mescolando il tutto. Ungete una padella, meglio se antiaderente, scaldatela e versateci il composto. Cuocete a fuoco lento per 30-40 minuti, con il coperchio. A metà cottura girate la frittata in modo che si cuocia uniformemente.

Che cos’è l’iperglicemia?

L’iperglicemia è il riscontro di valori elevati di glicemia nel sangue. La sintomatologia è soggettiva e può comparire per valori superiori a 180 mg/dl di glicemia.

Glicemia alta: quali sono le cause dell’iperglicemia?

La causa all’origine dell’iperglicemia può essere ricondotta a un’insufficiente produzione dell’ormone insulina o a una sua inadeguata azione. Altre cause possono essere: una mancata o inadeguata assunzione della terapia in soggetti diabetici (insulina e/o ipoglicemizzanti), un aumentato fabbisogno di terapia per una malattia acuta concomitante, un’eccessiva assunzione di carboidrati in soggetti predisposti o assunzione di farmaci diabetogeni. Altra causa di iperglicemia può essere da ricercare in patologie del pancreas (pancreatiti, patologie oncologiche) o in rare malattie dell’apparato endocrino.

Glicemia alta: quali sono i sintomi dell’iperglicemia?

Spesso l’iperglicemia non dà alcun sintomo né segno, per questo il diabete (malattia cronica secondaria alla persistente iperglicemia) è ritenuto una malattia subdola. A volte i sintomi compaiono quando la malattia è già presente da anni. Una grave iperglicemia si caratterizza per:

  • Stanchezza
  • Aumento della sete (polidipsia)
  • Aumento della diuresi (poliuria)
  • Perdita di peso involontaria, talvolta in concomitanza a un aumento dell’appetito
  • Malessere
  • Dolori addominali

Nei casi più gravi possono presentarsi anche confusione mentale e perdita di coscienza.

Glicemia alta: come prevenire l’iperglicemia?

Per prevenire l’insorgenza dell’iperglicemia è consigliabile: mantenere un sano stile di vita svolgendo esercizio fisico regolare, anche moderato; mantenersi in peso-forma e attuare strategie per il dimagrimento nel caso si sia in sovrappeso; seguire una dieta equilibrata e appositamente bilanciata, evitando bevande zuccherate e cibi particolarmente calorici. Si raccomanda nei soggetti a rischio (familiari di diabetici, pregresso diabete gravidico, obesità, segni clinici di insulino-resistenza) di effettuare periodici controlli del dosaggio di glicemia (almeno una volta all’anno se normale, cioè inferiore a 100 mg/dl).

Glicemia alta: diagnosi

La diagnosi di iperglicemia si pone con un prelievo del sangue. Qualora fosse il primo riscontro di tale alterazione è necessario rivolgersi al proprio medico per eventualmente effettuare un altro prelievo di controllo associato, qualora fosse il caso, a un prelievo per emoglobina glicata, dato biochimico che permette di capire se il dato di iperglicemia sia isolato o cronico. Il dato di emoglobina glicata permette inoltre di indirizzare verso un trattamento di adeguamento dello stile di vita (se <6.5%) o in alternativa una valutazione specialistica per associare trattamento farmacologico.

L’associazione tra iperglicemia, obesità, ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia (con Ldl elevate) è comunemente nota come sindrome metabolica e rappresenta un importante assieme di fattori di rischio per patologie cardiovascolari.

Glicemia alta: cura e trattamenti

Il dato di emoglobina glicata permette di indirizzare verso un trattamento di adeguamento dello stile di vita (se <6.5%) o in alternativa una valutazione specialistica per associare trattamento farmacologico.
È comunque raccomandabile adottare uno stile di vita sano, dedicandosi a una costante attività fisica e seguendo una dieta equilibrata.


Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.

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