La vulnerabilità del Quatar a causa delle possibili fuoriuscite di petrolio

La penisola di Qatar e il suo potere di esportazione del GNL
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In uno studio pubblicato sulla rivista Nature, intitolato “Qatar Peninsula’s vulnerability to oil spills and its implications for the global gas supply” si pone l’accento su come ad oggi oltre il 20% delle esportazioni globali di gas naturale liquefatto (GNL) e quasi tutta la produzione di acqua potabile del Qatar provenga da tre siti industriali sulla costa orientale del Qatar.

Sono tutte aree particolarmente vulnerabili alle fuoriuscite di petrolio, e questa vulnerabilità rimane ad oggi in gran parte non quantificata.

La dispersione di petrolio nelle acque marittime poco profonde che circondano il Qatar ha provocato un allarme ambientale a livello globale, soprattutto in  alcuni periodi dell’anno e rappresenta la più grande minaccia per gli impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare della penisola.

Prendendo in considerazione il set di dati di traffico marittimo del trasporto del petrolio, è possibile identificare l’area a più alto rischio, nella zona industriale di Ras Laffan (Ras Laffan Industrial City)  che ha la più alta vulnerabilità alla fuoriuscita di petrolio tutto l’anno, e i suoi impianti di desalinizzazione, stanno producendo il 30% della fornitura idrica nazionale che corrisponde ad un livello allarmante due volte l’anno durante la primavera e l’autunno.
Gli impianti di esportazione e desalinizzazione del GNL potrebbero risentire delle fuoriuscite di petrolio che si verificano al di fuori dei confini marittimi del Qatar, quando la fuoriuscita è continuativa in un arco temporale di tre giorni.

Le aree ad alto rischio sono attentamente monitorate con radar satellitari ad apertura sintetica che assicurano un allarme tempestivo per le fuoriuscite di petrolio che potrebbe interrompere gravemente le esportazioni di GNL del Qatar, aggravando ulteriormente la crisi globale del Qatar.

Il Qatar è il più grande produttore ed esportatore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL; al pari dell’Australia) ed è il paese più a rischio al mondo per scarsità d’acqua. Situato sul lato orientale della penisola arabica, sperimenta uno degli ambienti più aridi e corrosivi
sulla Terra e ha riserve minime di acque sotterranee.

I Livelli delle acque sotterranee sono scesi di diversi metri a partire dagli anni Ottanta a causa dell’uso agricolo. La falda acquifera primaria di acqua dolce nel nord della penisola è già gravemente minacciata dall’intrusione di acqua di mare ed è difficilmente utilizzabile per il consumo umano.

Tuttavia, nonostante questa estrema carenza di acqua, il Qatar è anche uno dei paesi più ricchi del mondo per prodotto interno lordo pro capite.  Ciò è dovuto alla sua naturale riserva di gas, la terza più grande al mondo: la maggior parte della produzione di gas viene liquefatta ed è esportata dal porto industriale di Ras Laffan.

I ricavi delle esportazioni di idrocarburi hanno permesso al Qatar di investire fortemente in impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare per preservare la sua popolazione da gravi carenze idriche. Di conseguenza, l’acqua potabile del Qatar proviene oggi esclusivamente dalla pratica di dissalazione che ha registrato rispetto al passato un aumento cinque volte superiore tra il 2003 e il 2018. La capacità di desalinizzazione si trova principalmente in tre aree industriali lungo la costa orientale: Ras Laffan, Ras Abu Fontas e Umm Al Houl. Nel 2021, la loro desalinizzazione ha raggiunto una capacità pari a 536 milioni di galloni imperiali al giorno e si prevede di raggiungere 636 milioni di galloni imperiali al giorno nel 2023.

Attualmente Al Houl ha prodotto circa il 37% di tutta l’acqua desalinizzata, Ras Abu Fontas 33% e Ras Laffan 30%. Nel 2021, il Qatar ha esportato 106,8 miliardi di metri cubi di GNL, corrispondente al 10,5% di tutte le esportazioni di gas e al 20,8% di quelle globali.

impianti fossili Qatar

Attualmente, il gas naturale rappresenta circa un quarto dell’approvvigionamento energetico globale. Si prevede che la domanda di gas naturale continuerà la sua crescita fino a circa la metà del 2030, e questo si traduce in meno emissioni di CO2, rispetto a petrolio e carbone ed è quindi considerata un’opzione più ecologica tra i  carburanti fossili nella transizione verso zero emissioni nette entro il 2050.

Il mercato internazionale del gas ha attualmente una capacità di riserva minima in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa. I gasdotti hanno determinato una sostanziale riduzione del gas russo nell’importazione in Europa, pari a circa 150 b.c.m. nel 2021 (corrispondenti a circa il 37,4% di tutte le importazioni europee di gas). A causa del disimpegno dal gas russo, l’Europa sta pensando di importare più GNL. Nonostante il Qatar non ha la capacità di sostituire la quota di esportazione di gas naturale della Russia, è comunque considerato come un fornitore chiave che potrebbe soddisfare parzialmente il deficit esistente nei prossimi anni. A differenza degli altri due principali esportatori di GNL (Australia e Stati Uniti), che hanno diversi impianti di liquefazione del gas sparsi lungo le loro coste, la produzione di GNL del Qatar è concentrata nel porto industriale di Ras Laffan, il cui ingresso per le petroliere è largo meno di 2 km.
Distribuzione impianti di gas Qatar

 

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