La Nuova Zelanda ancora in ginocchio dopo il ciclone Gabrielle: almeno 11 morti e diversi dispersi | FOTO

Il premier non ha esitato a definire Gabrielle il più grande disastro naturale di questo secolo nel Paese
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    Foto Emily Chalk / Ansa
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La Nuova Zelanda fatica a tornare alla normalità dopo il passaggio del ciclone Gabrielle. Il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: 11 i morti confermati, mentre, a una settimana dal transito della violenta perturbazione sopra l’Isola del Nord, ci sono ancora persone che risultano disperse.

Gabrielle ha attraversato la parte più alta dell’isola, facendo registrare pesanti danni sulla costa orientale, in particolare a Hawke’s Bay. Una delle nazioni più ricche e meglio preparate a gestire i disastri naturali è ancora in ginocchio per il maltempo: intere comunità rimangono isolate, alcune autostrade sono ancora chiuse e le reti di comunicazione funzionano a tratti.

Il premier Chris Hipkins non ha esitato a definire Gabrielle il più grande disastro naturale di questo secolo nel Paese. Sabato un elicottero ha consegnato rifornimenti essenziali alle comunità isolate: i servizi di emergenza e l’esercito hanno distribuito 26 tonnellate di aiuti – tra i quali acqua e forniture mediche nel porto di Napier. Tra le zone più colpite ci sono Otamori, Patoka, Tutira e Waiatarua. Tra le vittime anche una bambina di 2 anni e due vigili del fuoco volontari.

Martedì il Paese ha dichiarato lo stato di emergenza in una serie di regioni e distretti e attivato il massimo livello di risposta.

Gabrielle ha effettuato il landfall domenica scorsa sull’Isola del Nord: dopo avere toccato terra è stato subito declassato da ciclone di categoria 2 a tempesta tropicale.

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