Il premio Pulitzer Seymour Hersh: “così gli Stati Uniti hanno fatto saltare il gasdotto Nord Stream”

La notizia diffusa dal giornalista statunitense Hersch e ripresa dal Times sull'esplosione del gasdotto Nord Stream
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Il giornalista investigativo statunitense, premio Pulitzer Seymour Hersch, ha diffuso oggi una notizia molto importante sull’esplosione del gasdotto Nord Stream. Hersch infatti sostiene che gli esplosivi sotto i gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 sono stati piazzati da sommozzatori statunitensi durante un’esercitazione della NATO e attivati dai norvegesi. Hersch scrive sulla piattaforma Substack: “L‘estate scorsa, i sommozzatori della Marina, sotto la copertura di un’esercitazione NATO nota come Baltops 22, hanno piazzato degli ordigni esplosivi ad attivazione remota che tre mesi dopo hanno distrutto tre dei quattro gasdotti di Nord Stream“. Una notizia così di rilievo da essere ripresa anche dal Times, una delle più autorevoli testate internazionali, che la ha riportata proprio nel primo pomeriggio di oggi.

Chi c’è dietro l’attacco al Nord Stream?

Continua Hersch nella sua rivelazione bomba : “Chi ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream? Incredibilmente, stampa e politici europei sembrano non interessati a conoscere la verità su questo grave attentato, che ha fatto saltare in aria un’infrastruttura energetica di livello strategico per la Germania in primis, ma anche per l’intera Europea. In realtà ormai è ben chiaro chi ci sia dietro l’attacco e chi aveva l’interesse nel far saltare i gasdotti. I governanti europei preferiscono glissare sulla questione perché non hanno alcuna possibilità di protestare o di giustificarsi davanti ai propri popoli. L’Europa è ormai ridotta a un protettorato di Washington.” Secondo il giornalista, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di realizzare questo atto di sabotaggio dopo nove mesi di discussioni segrete con il suo team di sicurezza nazionale. Il problema principale era sbarazzarsi delle prove.

Per gran parte di quel periodo, il problema non era se portare a termine la missione”, ma come portarla a termine senza lasciare prove evidenti “di chi fosse il responsabile”, ha scritto Hersh. Dato che le esplosioni si sono verificate nel bel mezzo delle ostilità tra Mosca e Kiev, qualsiasi “azione che potrebbe essere attribuita all’amministrazione violerebbe le promesse degli Stati Uniti di ridurre al minimo il conflitto diretto con la Russia”. La segretezza era essenziale per Washington.

Le tensioni tra Ucraina e Russia  e l’approvvigionamento di gas

Hersh sostiene inoltre che Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del leader statunitense, è stato coinvolto nella preparazione del piano di sabotaggio. Con l’acuirsi delle tensioni tra Ucraina e Mosca, l’amministrazione Biden si è concentrata anche su Nord Stream. “Finché l’Europa continuerà a dipendere dai gasdotti per l’approvvigionamento di gas naturale a basso costo, Washington temeva che Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia”, ha scritto il giornalista, sottolineando che “è stato in quel momento di incertezza che Biden ha autorizzato (il consigliere per la sicurezza nazionale) Jake Sullivan a convocare un gruppo inter-agenzie per elaborare un piano”.

“Ciò che è apparso chiaro ai partecipanti, secondo la fonte con conoscenza diretta del caso, è che Sullivan intendeva che il gruppo elaborasse un piano per distruggere i due gasdotti Nord Stream, e che stava assecondando i desideri del presidente”, si legge nell’articolo. Allo stesso tempo, scrive il giornalista, la Casa Bianca e la CIA hanno definito le notizie sul coinvolgimento di Washington nel sabotaggio del gasdotto una menzogna e una montatura. Adrienne Watson, portavoce della Casa Bianca, ha definito tali ipotesi “una finzione completamente falsa”, mentre Tammy Thorp, portavoce della Central Intelligence Agency, ha commentato i fatti in modo analogo, affermando che “questa affermazione è completamente e totalmente falsa”, ricorda il giornalista.

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