Terremoto Turchia, il bilancio è sempre più drammatico: “mai visto niente di simile”

L'ultimo bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria è salito ad oltre 3.760: devastazione totale nelle aree colpite
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MeteoWeb

Diventa sempre più drammatico il bilancio del violento terremoto che stamattina ha colpito Turchia e Siria. E’ salito ad almeno 3.760 morti nei due Paesi il bilancio del potente terremoto di magnitudo 7.8 il cui epicentro è stato registrato nelle regioni turche meridionali. In Turchia i morti sono fino a questo momento 2.316 morti, mentre quasi 1.444 morti si contano nella vicina Siria. Nelle aree controllate dal governo il bilancio è salito a “1.431 feriti e 711 morti nelle province di Aleppo, Latakia, Hama, Tartus“, ha detto il Ministero della salute siriano. Nelle parti controllate dai ribelli del nord-ovest del paese, 733 persone sono state uccise e più di 2.100 ferite.  

Il violento terremoto potrebbe causare fino a otto volte più vittime rispetto agli oltre duemila morti riportati dai bilanci provvisori. La previsione arriva dall’Oms. “C’è un potenziale di ulteriori crolli e numeri otto volte superiori ai numeri iniziali”, ha detto Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità.  

La prima scossa di magnitudo 7.8 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) e ha avuto come epicentro la cittadina di Pazarcik nella provincia turca di Kahramanmaras. Una seconda scossa di magnitudo 7.6 è stata registrata intorno alle 13:24 ora locale (le 11:24 in Italia) nel distretto di Elbistan, sempre nella provincia turca di Kahramanmaras. 

Sono 5.606 gli edifici distrutti in Turchia a causa del sisma. Il bilancio aggiornato dei feriti è di 12.068.

Dopo le forti scosse di terremoto, la Turchia ha deciso di chiudere le scuole in tutto il Paese per almeno una settimana. Lo riportano i media turchi, citando l’annuncio del Ministro dell’Istruzione Mahmut Özer: “le scuole resteranno chiuse fino al 13 febbraio in tutta la Turchia“. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha proclamato sette giorni di lutto nazionale.È stato proclamato un lutto nazionale di sette giorni. Fino al tramonto del 12 febbraio, la bandiera turca sventolerà a mezz’asta in tutto il Paese e nelle missioni estere”, ha detto Erdogan su Telegram.  

Ad Adana crollati due edifici di 14 e 17 piani  

Ad Adana, città del sud della Turchia a un centinaio di chilometri dall’epicentro del terremoto, sono crollati anche due edifici, rispettivamente, di 14 e 17 piani. Lo riportano i media turchi riportando quanto annunciato dal sindaco della città. 

In Siria danneggiata la fortezza dei crociati Marqab 

Il forte terremoto ha causato danni al Marqab, fortezza dei crociati che si trova in Siria a Baniyas, su una collina che domina il Mediterraneo. Lo riferisce la Direzione generale siriana delle Antichità e dei Musei, spiegando che parte di una torre e alcune pareti sono crollate. Alla cittadella di Aleppo, è crollato il mulino ottomano all’interno e porzioni delle mura difensive nordorientali si sono incrinate e spaccate. Sono crollati anche “gran parte della cupola del faro della moschea ayyubide“, situata all’interno della cittadella, “compreso l’ingresso della torre difensiva mamelucca“, secondo quanto affermato dalla Direzione generale delle antichità e dei musei siriana. Nella città vecchia di Aleppo, situata nel nord-ovest della Siria, sono stati danneggiati anche diversi edifici residenziali adiacenti alle mura storiche. 

In Turchia il sisma ha distrutto il castello di Gaziantep, il simbolo più famoso della città: arti delle mura e delle torri di guardia della fortezza sono state rase al suolo e altre parti sono state pesantemente danneggiate. 

Vescovo di Aleppo: “mai visto nulla di simile” 

Mai visto nulla di simile, “eravamo al terzo piano, la paura è stata enorme e ora tutta la gente è in strada, al freddo e sotto la pioggia”. È il racconto di monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei Caldei. “Non siamo abituati a questo genere di eventi, è la prima volta che vedo una cosa simile ad Aleppo”, dice in una intervista a Vatican News. “Stanotte dormiremo all’entrata del vescovado o altrove, vedremo cosa fare. C’è – ripete – una grande paura, ci sono danni ovunque, anche in cattedrale. Le biblioteche sono distrutte, le case crollate: è una situazione apocalittica”.  

Il vescovo racconta di altre persone che sono riuscite a salvarsi, nonostante “metà dei loro palazzi siano crollati”. Mentre è al telefono, sta andando a vedere la situazione. “Tante persone sono in macchina, tutti hanno i cellulari in mano e cercano di comunicare. La situazione è molto triste e ora servono mezzi di soccorso, elettricità. Questo è il problema”, prosegue. “I cellulari si stanno scaricando, ma per ora siamo in continuo contatto“, dice con la voce rotta dall’emozione il vescovo Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia. “Qui ci sono centinaia di morti, ma nella zona dell’epicentro – precisa – si parla di migliaia di persone che hanno perso la vita. So che un ospedale è crollato, un altro è fuori uso, sono oltre duecento le abitazioni crollate ed è difficile arrivare in quei luoghi”. 

Terremoto: le nuove scosse e il meteo in Turchia ostacolano i soccorsi   

A complicare i già difficili soccorsi nelle zone terremotate della Turchia e della Siria, c’è anche il meteo con gli esperti che prevedono forti piogge e nevicate nelle prossime ore, oltre a venti sostenuti. Inoltre, anche le continue repliche interferiscono con le operazioni di soccorso. A Gaziantep, epicentro del terremoto, le scosse stanno ostacolando gli sforzi di ricerca e salvataggio e stanno provocando nuovi danni. Lo ha detto a Sky News il Dottor Ubeyd Sakin, direttore nazionale di Turchia e Siria Human Appeal, organizzazione non-profit nel campo della lotta contro la povertà e di supporto durante i disastri naturali.  

Sakin, che si trova proprio a Gaziantep, ha spiegato che mentre nel centro della città non sono molti gli edifici crollati, in periferia le distruzioni sono molto peggiori. Le squadre di ricerca e soccorso di organizzazioni senza scopo di lucro – ha spiegato – si sono unite alle squadre statali per aiutare a estrarre le persone dalle macerie, ma le scosse di assestamento stanno ostacolando i loro sforzi. “Circa 45 minuti fa c’è stata una” replica “di oltre 6 di magnitudo, che ha causato danni extra”, ha aggiunto Sakin, “Ero con la mia famiglia e all’improvviso è diventato il caos. È terrificante“. La Turchia, ha spiegato, non ha ancora un “quadro chiaro” di ciò di cui ha bisogno, ma è sicuro che saranno necessari riparo, coperte e vestiti per bambini poiché il Paese combatte anche contro il freddo. Serviranno anche kit per l’igiene, pasti caldi e latte artificiale.

Pazienti di un ospedale fuggono e si salvano  

Quasi un miracolo nella tragedia immane che ha colpito la Turchia e la Siria: i pazienti dell’ospedale di Gaziantep, vicino all’epicentro turco del terremoto, si sono messi in salvo riuscendo a scappare, nonostante le precarie condizioni fisiche. Gökce Bay, che ha subito un trapianto di rene solo domenica, racconta alla BBC: “ero al secondo piano dell’ospedale quando è iniziato il terremoto. Non ricordo nemmeno come ho tolto la flebo dal mio braccio per fuggire”. Spiega che “tutti si sono aggrappati l’un l’altro per aiutarsi, pensavamo tutti che non ce l’avremmo fatta e saremmo morti. Quando siamo arrivati in strada, tutti abbiamo iniziato a piangere”. “Siamo sopravvissuti – aggiunge – ma eravamo tutti ricoverati ed eravamo fuori con un clima molto freddo. Solo ieri sono stata operata ai reni e ora sono fuori con le infradito sotto la pioggia, i piedi fradici. Non solo io, alcuni pazienti molto anziani sono fuori senza giacche o scarpe. Alcuni pazienti anziani con sedia a rotelle non potevano nemmeno muoversi per uscire, quindi le infermiere sono venute a chiedere aiuto. Alcuni infermieri sono ancora in ospedale per prendersi cura dei pazienti che sono in terapia intensiva”.  

La Siria chiede aiuto alla comunità internazionale 

Il governo siriano ha chiesto aiuto alla comunità internazionale a seguito del devastante terremoto. “La Siria invita gli Stati membri delle Nazioni Unite, il Comitato internazionale della Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie a sostenere gli sforzi del governo siriano per far fronte al devastante terremoto“, afferma il Ministero degli Esteri di Damasco in un comunicato. Oltre 300 militari russi e 60 veicoli delle forze armate di Mosca sono già al lavoro in Siria per collaborare alle operazioni di soccorso dopo il terremoto. Lo ha detto il Ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Interfax. 

Il Presidente turco, Receyyp Tayyip Erdogan, ha avuto un colloquio con il Presidente russo, Vladimir Putin, in merito al devastante sisma. Erdogan, secondo quanto riferisce il Cremlino, ha ordinato “agli organi competenti del suo Paese di accettare l’aiuto dei soccorritori russi”. 

“La nostra prima risposta di assistenza alla Turchia è già in corso e le organizzazioni umanitarie sostenute dagli Stati Uniti in Siria stanno rispondendo agli effetti del terremoto in tutto il Paese“. A dichiararlo è il Segretario di Stato americano Antony Blinken in una nota stampa pubblicata sul sito del Dipartimento. Il Segretario di Stato ha aggiunto che si stanno “valutando le nostre opzioni di risposta globale” e ha ordinato al suo team “rimanere in stretto contatto con i nostri alleati turchi e i nostri partner umanitari nei prossimi giorni per determinare ciò di cui la regione ha bisogno”. “Gli Stati Uniti esprimono la nostra profonda tristezza per la tragica perdita di vite umane e la distruzione in Turchia e in Siria”, ha continuato Blinken offrendo le condoglianze alle famiglie colpite dalla tragedia, aggiungendo che gli USA sono determinati a “fare tutto il possibile per aiutare le persone colpite da questi terremoti nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire”. 

Anche la Difesa segue con apprensione i drammatici aggiornamenti sul terremoto che ha colpito Turchia e Siria. La Protezione Civile si è attivata e la Difesa sta mettendo in campo tutte le sue disponibilità di mezzi e personale. Siamo vicini alle popolazioni colpite“. Così il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un tweet.  

Il Qatar e il Kuwait hanno organizzato un ponte aereo per consegnare aiuti umanitari alla Turchia. L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, ha dichiarato che l’International Search and Rescue Group del Qatar volerà in Turchia attraverso il ponte aereo portando con sé veicoli specializzati di soccorso e ricerca, aiuti umanitari, tende e rifornimenti invernali, oltre a istituire ospedali da campo, ha affermato l’agenzia di stampa del Qatar Qna. Anche l’emiro del Kuwait Sheikh Nawaf Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah ha ordinato l’istituzione del ponte aereo per inviare “aiuti urgenti e personale medico”, ha dichiarato in una nota la Kuwait News Agency Kuna.  

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