“Il comportamento ‘epidemico’ è noto ma il sisma interessa una struttura lontana dalla faglia italiana. Ciò non significa che non dobbiamo tenere alta l’attenzione perché il nostro Paese presenta zone con una vitalità geologica sempre presente“: è quanto ha affermato Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia intervenuto in diretta si Sky Tg24, riferendosi al terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria.
L’esperto ha spiegato che non ci sono rischi imminenti per il nostro Paese : “Al momento la faglia si è chiusa, si tratta di una faglia trascorrente (una frattura verticale con movimento orizzontale) con la placca araba che scivola lateralmente rispetto alla faglia euroasiatica. Teoricamente queste magnitudo in Italia non dovrebbero arrivare, non abbiamo evidenze per dire che da noi ci saranno delle scosse, anche se l’Italia è un paese sismico e all’INGV registriamo continuamente delle scosse di terremoto“.
E’ stata una delle due grandi faglie presenti in Turchia, quella Est Anatolica, a scatenare il terremoto magnitudo 7.9 avvenuto nella notte e che finora ha fatto registrare una ventina di repliche. “Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano“, ha dichiarato all’ANSA il sismologo INGV Alessandro Amato. “Lungo questa faglia avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. E’ una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul“. La faglia “è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro che hanno fatto scattare l’allerta tsunami. Per tutta la notte abbiamo seguito la situazione attraverso i punti di osservazione in Turchia, Grecia e Cipro. In Italia l’arrivo di un’onda di tsunami era previsto intorno alle 6:30 nelle zone a Sud-Est, ma poi l’allerta è stata chiusa“.