Turchia, migliaia di edifici crollati dopo il terremoto: scattano gli arresti

Dodici persone sono state arrestate finora in seguito al crollo di migliaia di edifici in Turchia dopo i forti terremoti del 6 febbraio: mandati di arresto per 29 persone
MeteoWeb

Almeno 6.000 edifici sono crollati in Turchia in seguito alle due violente scosse di terremoto di magnitudo 7.8 e 7.6 che lo scorso 6 febbraio hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. Dodici persone che lavorano nel settore edile sono state arrestate in Turchia. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca “Demiroren”, spiegando che tra gli arrestati è presente un imprenditore della provincia di Gaziantep e undici persone della provincia di Sanliurfa.  

Si attendono altri arresti dopo che il procuratore di Diyarbakir, una delle dieci province colpite dal disastro, ha annunciato di aver emesso 29 mandati di cattura, riferisce l’agenzia ufficiale “Anadolu”. Il Ministero della Giustizia turco ha ordinato ai pubblici ministeri di tutte e dieci le province colpite dal duplice sisma di aprire “uffici investigativi sui crimini legati al terremoto“. Ieri, la polizia ha arrestato all’aeroporto di Istanbul anche un imprenditore della provincia di Hatay.  

A causa dei terremoti del 6 febbraio, il bilancio provvisorio è di oltre 25.000 vittime nei due Paesi. Oltra alla disperazione, in Turchia è tanta la rabbia per la scarsa qualità degli alloggi. Sono centinaia di migliaia gli edifici inagibili nel sud del Paese a causa del terremoto e già nelle prossime settimane le autorità di Ankara avvieranno il processo per la ricostruzione. Lo ha promesso il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan visitando una delle zone terremotate e annunciando che la Turchia adotterà la linea dura contro gli sciacalli. 

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