Un asteroide 3 volte più grande di quello che ha fatto esplodere le finestre a Chelyabinsk, in Russia, nel 2013, sfreccerà “vicino” alla Terra sabato 25 marzo, a metà della distanza che ci separa dalla Luna. Fortunatamente, l’asteroide, noto come 2023 DZ2, effettuerà un passaggio di tutta sicurezza, ad una velocità di 28mila km/h. Gli skywatcher con telescopi da 15 cm o più grandi avranno l’opportunità di vedere la roccia spaziale venerdì sera 24 marzo dall’emisfero settentrionale.
Osservato con un telescopio dall’emisfero settentrionale, l’asteroide sembrerà una stella che si muove lentamente sull’orizzonte sudorientale, a Est delle costellazioni di Orione, Cane Maggiore e Cane Minore, secondo EarthSky. Il massimo avvicinamento avverrà alle 20:52 ora italiana del 25 marzo.
L’asteroide di classe Apollo 2023 DZ2 e la sua origine
L’asteroide è stato scoperto per la prima volta dagli astronomi dell’Osservatorio de La Palma, nelle Isole Canarie, nel febbraio 2023, e si stima che abbia un diametro compreso tra 44 e 99 metri. Poiché attraversa l’orbita terrestre, il sasso spaziale è noto come “asteroide di classe Apollo”. Sebbene l’origine precisa di 2023 DZ2 sia sconosciuta, la maggior parte degli asteroidi “near-Earth” hanno origine nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, espulsi dalle loro orbite tipiche dalle interazioni con Giove.
Ipoteticamente, se 2023 DZ2 si schiantasse sulla Terra, potrebbe causare gravi danni. La meteora di Chelyabinsk esplosa sulla Russia nel 2013 era probabilmente grande circa 18 metri e ha danneggiato 7mila edifici, ferendo più di 1.400 persone (principalmente a causa del vetro). Si stima che il nuovo visitatore sia almeno 3 volte più grande.
L’impatto dell’asteroide contro la Terra nel 2026
Fortunatamente, l’asteroide rimarrà a circa 173mila km dalla Terra, secondo il Virtual Telescope Project, e nonostante in precedenza avesse creato preoccupazione per le previsioni di impatto per il 2026, in seguito a nuove analisi la probabilità si è molto ridotta, fino a 1 su 38.000.000. Con ulteriori osservazioni è probabile che gli astronomi escludano anche questo rischio minimo.