Cibo sintetico, Defez (Cnr): “da poche cellule tonnellate di carne”

Roberto Defez, dell'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli, sottolinea che il nome corretto di ciò che viene chiamato cibo sintetico è 'carne coltivata'
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È tecnicamente un errore chiamare ‘cibo sintetico‘ la carne coltivata in laboratorio: il nome corretto è, appunto, ‘carne coltivata’, oppure ‘agricoltura cellulare’. Lo rileva Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli. “E’ sintetico quello che è il risultato di processi in cui si utilizzano composti e reazioni chimiche“, ma nel caso della carne coltivata si utilizzano “cellule staminali che in laboratorio vengono fatte differenziare per produrre muscolo. Sono cellule che hanno a disposizione un infinito numero di replicazioni” e che quando è necessario possono essere fatte differenziare in un terreno di coltura, che attualmente è siero prelevato da feti bovini.

Cibo sintetico, Defez: da poche cellule tonnellate di carne”

Bastano poche cellule per produrre tonnellate di carne. Grazie alle carni coltivate a partire dalle cellule staminali, “non è necessario prelevare cellule e tessuti da tanti animali, ma è sufficiente utilizzarne un numero limitato”, ha detto all’ANSA Roberto Defez, che è anche membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 aveva pubblicato un documento a favore di queste tecniche, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”. La carne coltivata in laboratorio, ha aggiunto, “non ha alcuna ragione di derivare dall’uccisione di animali”.

Per quanto riguarda i costi, Defez ha osservato che “sebbene siano ancora poco competitivi, si sono ridotti notevolmente. Basti pensare che negli ultimi 4-5 anni il prezzo al chilo è sceso da 300.000 dollari a 20-30 dollari”. Secondo l’esperto, “non si può non vedere che cosa significhi non dover uccidere animali: vuol dire ridurre il consumo di acqua, terreno e gas serra, considerando che una mucca emette metano da viva, che il degrado del letame genera un altro gas serra come l’ossido di azoto e che la produzione di ogni chilogrammo di carne richiede 15.000 litri di acqua“. Alla luce di queste considerazioni, per Defez è chiaro come “sia necessario esaminare tutti i dati tutti i dati prima di fare qualsiasi valutazione”.

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