Maria Rita Gismondo, direttore del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, è intervenuta questa sera nella trasmissione ‘Fuori dal Coro’ di Mario Giordano su Rete 4. Lo scienziato, noto per le posizioni libere da luoghi comuni e pregiudizi per tutto l’arco della pandemia, ha chiarito la verità della scienza sul vaccino anti Covid: “è molto banale, se io prendo un’aspirina per il mal di testa e il mal di testa mi rimane, l’aspirina non ha funzionato, è stato un fallimento. Lo stesso è successo col vaccino Covid: l’obiettivo di una vaccinazione è quella di produrre una difesa, degli anticorpi, affinché non ci si infetti da quella malattia. Da sempre è così per qualsiasi vaccinazione, ma per il Covid questo non è avvenuto. Per altro sempre con quella cappa di accusa rispetto a chi metteva in risalto questo limite del vaccino, dando un contributo scientifico al dibattito e invece veniva tacciato come no vax da non frequentare, i famosi “sorci” del collega Burioni“.
Incalzata da Giordano, Gismondo ha continuato: “La bugia secondo cui il vaccino servisse a non contagiarsi, e quindi veniva raccontato come qualcosa da fare per proteggere gli altri, è continuata a lungo, che per giustificare l’obbligo di Green Pass l’allora premeir Draghi diceva che serviva a proteggere tutti. E io invece qui, in questa trasmissione, dicevo che quella falsa informazione avrebbe fatto circolare di più il virus perché forniva ai vaccinati una sicurezza di un’immunità che non avevano, e quindi non prestavano attenzione e sono stati loro a far circolare di più il virus, tanto che il boom più grande di contagi l’abbiamo avuto dopo le vaccinazioni“.
Commentando i retroscena emersi dalle carte dell’inchiesta di Bergamo, Gismondo conclude: “La scienza è manipolata dai voleri politici soltanto nei regimi. Evidentemente quando dicevamo che l’Italia era una democrazia che in quel periodo stava diventando un regime, avevamo ragione. Noi che abbiamo avanzato dubbi sulla gestione della pandemia siamo stati crocifissi. Chi era critico veniva escluso, proprio come succede nei regimi“. Chi lo diceva in quei giorni era però un pericoloso “complottista” e “negazionista“, e invece era l’ultimo brandello di libertà in una società spinta dalla paura alla dittatura del pensiero unico per giunta anti scientifico venduto in nome della scienza.