“Data l’emergenza sanitaria del momento, sto cercando ulteriori professionalità adeguate sia sanitarie che amministrative (…) un supporto di dieci unità di personale sanitario con competenze sia di sanità pubblica che linguistiche”. E’ il testo di un messaggio WhatsApp che un dirigente del Ministero dello Salute inviò il 4 febbraio 2020, ancora prima che scoppiasse ufficialmente la pandemia Covid, segnalando, in pratica, che tra i problemi più gravi in quel periodo per il lavoro negli uffici c’era quello “della lingua”, perché quasi nessuno parlava inglese.
“Tutte le comunicazioni internazionali avvenivano in lingua inglese pertanto il sottoscritto doveva farsi carico della maggior parte delle conversazioni e trattazioni in lingua inglese“, ha messo a verbale Mauro Dionisio, che faceva parte anche della task force ministeriale di contrasto alla pandemia e che è stato sentito dai pm di Bergamo il 3 marzo 2021 nell’ambito dell’inchiesta sul Covid.
“Il mio Ufficio all’epoca aveva in organico una decina di persone, di cui 4 medici, e tra questi solo uno parlava inglese”, ha spiegato ancora. “Il problema della lingua è stato grave in quanto tutte le comunicazioni internazionali avvenivano in lingua inglese”, ha aggiunto. E da qui quell’appello via WhatsApp al capo del personale del Ministero.