Istituto Superiore di Sanità: si registra la stagione influenzale più intensa dal 2010

Questa stagione influenzale ha registrato un picco elevatissimo, quasi dodici milioni di casi, e il picco è stato precoce prima di Natale
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La stagione influenzale non è ancora finita, ma già possiamo dire che quest’anno sia il picco, sia il numero complessivo dei casi è il più alto da quando esiste la rete di sorveglianza InfluNet, istituita nel 2000“. Queste dichiarazioni sono state fatta all’ANSA da Antonino Bella, responsabile scientifico del sistema di Sorveglianza Integrata dell’Influenza (InfluNet) dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

La stagione è stata peculiare sotto diversi punti di vista. “A differenza degli altri anni, in cui il numero massimo di casi si raggiunge di solito a fine gennaio, il picco quest’anno è stato precoce, prima di Natale, tra la 49esima e la 50esima settimana dell’anno. Inoltre ha raggiunto tassi molto elevati – aggiunge BellaQuesta caratteristica per certi aspetti rende simile la stagione attuale a quella del 2009-2010, l’anno della pandemia da ‘suina’, quando si registrò un picco molto intenso intorno a novembre“.

L’influenza dopo la pandemia

Un’altra caratteristica di questa stagione influenzale è stato il numero elevatissimo di casi: ad oggi è stato stimato di oltre 12 milioni. Si è aggiunto a ciò, una discesa molto lenta della curva. “Lo stiamo osservando tutt’ora – osserva BellaRispetto ad altre stagioni in cui, dopo il picco, si verifica in genere un repentino calo dei casi, quest’anno la curva sta scendendo molto lentamente, con dei veri e propri periodi di stasi“.

Secondo l’esperto, questo fenomeno è implicitamente connesso alla particolare situazione creatasi con la pandemia. “Per due anni non c’è stata circolazione dei virus influenzali: una larga fetta della popolazione era perciò suscettibile all’infezione. C’era inoltre una parte della popolazione – i bambini molto piccoli – che non aveva mai conosciuto questi virus: sicuramente anche loro hanno contribuito in maniera determinante alla diffusione dei contagi“, conclude Bella.

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