Un nuovo record mondiale è stato battuto martedì scorso in Engadina, in Svizzera dall’incredibile apneista David Vencl, da molti denominato “uomo di ghiaccio”. Il quarantenne della Repubblica Ceca è sceso a oltre cinquanta metri di profondità sotto la superficie del lago ghiacciato di Sils. La cosa incredibile è che ha raggiunto il suo record senza nemmeno indossare la muta. Una sfida non da poco, finita fortunatamente senza gravi conseguenze, all’ospedale di Samedan.
L’impresa è stata compiuta sul lago di Sils per caso. “Durante l’inverno ci sono sempre sommozzatori e freediver che scendono sotto il ghiaccio. Sapevano che David voleva fare questo record. In Austria i laghi non erano ghiacciati e allora sono venuti da noi e abbiamo organizzato l’evento“, spiega Antonio Walther, ristoratore e co-organizzatore dell’evento.
David due anni fa aveva già battuto un record, nuotando per 80 metri in orizzontale sotto la superficie del ghiaccio. Ora è andato in profondità. Prima di immergersi nelle acque gelide del lago di Sils munito solo di maschera e pinne, si è concentrato con l’aiuto del suo mental coach. Un momento fondamentale per la riuscita dell’impresa.
Presenti, con tutto il necessario, anche due soccorritori dell’ospedale dell’Alta Engadina. “Avevamo preparato i piani di intervento. Ad esempio avevamo già allertato la Rega nell’eventualità di un’emergenza legata a un affogamento, abbiamo portato il nostro materiale il più vicino possibile. E poi semplicemente ci siamo tenuti pronti. Fa parte della nostra formazione“, spiega Georg Kurtz, responsabile soccorso Engadina Alta.
I primi ad immergersi sono stati i sommozzatori, che oltre a riprendere il tutto si sono occupati anche della sicurezza dell’apneista. Poi è arrivato il turno di Vencl. Un minuto e cinquanta di tensione, che si è sciolto quando David è tornato in superficie e ha confermato di avercela fatta.
Una perdita di sangue, però, non è passata inosservata. “Probabilmente ha danneggiato la trachea. Secondo lui il problema è sorto nella discesa a circa 40-45 metri, quando il suo orologio ha annunciato il livello di profondità. Lui, guardandolo, ha fatto un movimento con la testa, che con la pressione e l’acqua fredda ha creato degli scompensi in gola”, ha spiegato il portavoce, Pavel Kalous.
Per sicurezza l’atleta è stato portato all’ospedale di Samedan per ulteriori accertamenti. Ed è stato in seguito dimesso.