Nel prossimo Consiglio dei Ministri, potrebbe arrivare anche il decreto per affrontare l’emergenza siccità. Il provvedimento, ha spiegato nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente e della Transizione energetica Gilberto Pichetto, “conterrà quante più semplificazioni e deroghe possibili per accelerare i lavori essenziali a fronteggiare la siccità”. Riguardo la siccità, ”la situazione è molto difficile, non possiamo negarlo; per questo occorre una presa d’atto che dopo 30-40 anni dobbiamo pensare a un modello diverso, che abbia meno enti di gestione e che possano quindi affrontare in modo più robusto intervenire anche di investimenti”, ha affermato oggi Pichetto, a margine di un incontro organizzato a Milano da Assogasliquidi-Federchimica.
“D’altra parte dobbiamo anche accumulare; se pensiamo che attualmente l’Italia accumula il 10% delle acque piovane e Paesi come la Spagna sono a oltre il 35%, abbiamo degli spazi da coprire. E l’impegno del governo va proprio in questa direzione. Nel frattempo – aggiunge – da parte mia c’è anche un appello a tutti i gestori del servizio idrico, che in questo momento in Italia sono 2.300, e dei consorzi di irrigazione, per la massima collaborazione e il massimo impegno a un reciproco aiuto perché in questo momento non ci sono altre valutazioni da porsi”.
Siccità, domani tavolo della cabina di regia
Dal palco di un evento dell’ANBI a Vercelli, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato un’accelerazione delle misure messe in piedi dal governo contro la siccità per fare in modo di “evitare un’estate disastrosa come quella dello scorso anno”. Domani, a Palazzo Chigi si svolgerà “una riunione della cabina di regia che si deve far carico della progettazione e dell’esecuzione dei lavori. Se ci sono opere bloccate o in ritardo serve un commissariamento ad hoc per sbloccarle e serve qualcuno che si prenda la responsabilità” di decidere “se aprire o chiudere l’acqua” quando ci sono attriti tra “Trento, operatori del Garda e agricoltori veronesi”. “Serve – ha detto Salvini – una scelta equilibrata per evitare che accada quello che è successo lo scorso anno, quando ‘mediavo’ tra Regioni e Province. La vita reale non attende i decreti, serve equilibro per mettere d’accordo gli enti locali”. “Siamo in ritardo”, ha ribadito il Vicepremier e per questo “domani dobbiamo chiudere”.
Sul tavolo, ha assicurato, c’è già “il primo miliardo di euro”, con cui “riusciremo a mettere a terra per gli investimenti nei prossimi mesi”, anche se “le domande che arrivano al mio Ministero sul PNRR”, ha aggiunto, “ammontano almeno” a 2 miliardi di euro, “quindi conto con ANBI, Regioni, Comuni, associazioni di agricoltori e anche con le associazioni che si occupano di ambiente, di pianificare questi investimenti”. “E’ necessario sbloccare cantieri fermi da troppo tempo e salvare quello che ormai è oro, è ossigeno, cioè l’acqua piovana”, ha aggiunto Salvini, ricordando che “riusciamo a trattenerne soltanto il 10%” e l’obiettivo è aumentare questa percentuale”.
Sul tavolo dell’incontro di domani a Palazzo Chigi c’è la definizione di un piano idrico straordinario nazionale, d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie. Per questo, dovrebbe essere individuato un Commissario straordinario con poteri esecutivi.