Terremoto Molise, sismologo INGV spiega la durata di un terremoto

Dopo il terremoto avvenuto ieri sera in Molise, il sismologo dell'INGV Alessandro Amato spiega cosa si intende e come funziona la durata di un terremoto
MeteoWeb

“Solite domande (qualcuna polemica) e solita confusione sulla durata del terremoto di ieri sera in Molise (“perché non scrivete la durata oltre alla magnitudo?”, ” Ci volete nascondere qualcosa?”, e così via).”  Si legge così su Facebook su un post pubblicato dal sismologo dell’INGV Alessandro Amato, riguardo la durata di un terremoto, con riferimento al terremoto avvenuto ieri sera in Molise“Al link sotto spiegavamo come funziona, con la figura riportata qui. Se osservate il sismogramma (in questo caso era un terremoto di magnitudo 3.2 avvenuto qualche anno fa in Calabria), si vede che la durata delle oscillazioni rilevata dal sismometro è di alcune decine di secondi (almeno dal secondo 10 al 30), ma quella percepita riguarda solo le onde più forti, che durano in questo caso solo 2 o 3 secondi (da 13 a 15).”

“Persone particolarmente sensibili, o eventualmente posizionate a un piano alto di un edificio, potrebbero avvertire oscillazioni più prolungate, mentre chi si trovasse per strada, magari in movimento, forse non avvertirebbe neanche quelle indicate in figura. In sostanza, è impossibile attribuire un singolo valore di durata percepita a un terremoto.”

ingv molise

Quanto dura un terremoto?

La durata della percezione di un terremoto dipende dalla magnitudo dell’evento, dalla distanza dell’ipocentro e dalla geologia del suolo sul quale ci si trova. Inoltre, nel caso in cui il sisma sia avvertito all’interno di un edificio, l’altezza dello stabile e la tipologia edilizia influenzano fortemente l’intensità e la durata della percezione dell’evento. In genere la durata percepita va da pochi secondi a più di un minuto a seconda delle condizioni prima descritte.

La “durata di un terremoto” non è definibile in modo univoco, in quanto quello che può essere calcolato dai dati strumentali non coincide con la durata dello scuotimento percepito dalle persone. Ci sono, infatti, due modi di pensare la durata di un terremoto: il primo è il tempo necessario affinché la faglia (la sorgente del terremoto) si rompa e il secondo è il tempo di scuotimento percepito da una persona in un dato punto.

Il primo è un dato che, anche se non in modo immediato, viene calcolato analizzando i segnali sismici registrati. La durata dello scuotimento in un determinato punto, invece, la si può conoscere solo avendo una stazione sismica esattamente in quel punto. Anche in questo modo, va considerato che la durata dello scuotimento misurata da uno strumento è sempre maggiore di quella percepita da una persona nello stesso punto, in quanto gli strumenti sono molto più sensibili dell’uomo e registrano anche scuotimenti impercettibili.

Calcolare la frattura

Il terremoto è causato dall’improvviso scorrimento (o rottura) di due blocchi di crosta lungo una frattura, chiamata faglia. La durata della rottura (o scorrimento) della faglia è legata sia a quanto tempo un punto sulla faglia impiega a scorrere e sia al tempo necessario affinché la rottura si propaghi lungo la faglia. Bisogna infatti pensare a un terremoto come un’area piuttosto che a un punto (come per convenzione viene rappresentato l’epicentro sulle mappe). Il terremoto inizia in un punto (l’ipocentro) e poi la rottura si propaga lungo la faglia a circa 3 km/s. Quindi, maggiore è l’area della faglia che si rompe, maggiore è la durata del terremoto. Quanto più estesa è l’area della faglia che si rompe, tanto più grande è la magnitudo del terremoto. Quindi c’è una relazione generale tra la durata e la magnitudo di un terremoto.

Il motivo per cui non è possibile indicare rapidamente questo tipo di durata sui siti web e sulle applicazioni INGV (come per tutti i centri di ricerca sui terremoti) è che il calcolo di quanto tempo una faglia ci ha messo a rompersi non è immediato.

La durata dello scuotimento in un punto sul terreno dipende da quanto tempo il terremoto impiega a verificarsi e da come le onde si muovono attraverso il terreno fino a quel punto. Inoltre, particolari caratteristiche geologiche (terreni incoerenti, sedimenti alluvionali, ecc) possono produrre effetti di amplificazione e far durare lo scuotimento più a lungo di quanto accade su suoli rigidi come per esempio una roccia solida (granito, calcare, ecc.).

La percezione della durata

Altro aspetto importante da sottolineare per comprendere la percezione della durata di un terremoto è che, nel caso in cui il sisma sia avvertito all’interno di un edificio, l’altezza dello stabile e la tipologia edilizia influenzano fortemente l’intensità e la durata dell’evento.

Essendo quindi la durata dello scuotimento molto variabile da luogo a luogo in funzione della distanza e delle condizioni locali, diventa difficile fornirne una misura unica e significativa.

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