Clima, rapporto ONU: i dati su temperature, mare e gas serra

Dalle temperature dell’aria a quelle del mare, dalla siccità alle inondazioni, ecco i dati del rapporto annuale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale
MeteoWeb

Secondo il rapporto annuale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), l’agenzia meteorologica dell’ONU, le temperature medie globali degli ultimi otto anni sono state le più alte mai registrate dal 1850. Nel 2022, il nostro pianeta è stato di 1,15°C sopra la media preindustriale. Siccità, inondazioni e ondate di caldo colpiscono gran parte del mondo. Questi sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto. Per quanto riguarda le concentrazioni dei tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e ossidi di azoto – nel 2021, ultimo anno per il quale sono disponibili dati consolidati, hanno raggiunto livelli senza precedenti “e la tendenza per il 2022, rilevata da dati in tempo reale da specifiche località, è per un ulteriore incremento”.  

Temperature in montagna e ghiacci

Sul fronte delle temperature in montagna, legate allo scioglimento dei ghiacciai, lo scorso 25 luglio un pallone aerostatico svizzero, segnala il rapporto ONU, ha registrato gli zero gradi di temperatura solo a 5.184 metri, “la linea di zero gradi più elevata registrata in un archivio che raccoglie 69 anni di dati ed è solo la seconda volta che l’altezza della linea di zero gradi ha superato i 5mila metri”, avvertono i meteorologi. Allo stesso tempo nuove temperature record sono state segnalate dalla vetta del Monte Bianco.

La calotta glaciale della Groenlandia ha subito una riduzione della massa per il 26° anno consecutivo, mentre il ghiaccio marino in Antartide scendendo a 1,92 milioni di chilometri quadrati, il 25 febbraio 2022, ha toccato il livello più basso mai registrato, quasi 1 milione di chilometri quadrati al di sotto della media a lungo termine (1991-2020). Per il resto dell’anno è stato costantemente al di sotto della media, con minimi storici a giugno e luglio.

Temperature e livello del mare

Nel 2022, invece, il calore dell’oceano ha raggiunto un nuovo record. Infatti “circa il 90% dell’energia intrappolata nel sistema climatico dai gas serra finisce nell’oceano, in qualche modo evita aumenti di temperatura globale ancora più elevati ma allo stesso tempo ponendo rischi per gli ecosistemi marini“, ricorda il rapporto. I tassi di riscaldamento degli oceani sono stati particolarmente alti negli ultimi due decenni.

In tutto ciò, nel 2022 il livello medio globale del mare ha continuato a salire, raggiungendo un nuovo massimo negli archivi dell’altimetro satellitare (1993-2022). Il tasso di innalzamento del livello medio globale del mare è raddoppiato tra il primo decennio di raccolta dei dati satellitari (1993-2002, 2,27 mm/anno) e l’ultimo (2013-2022, 4,62 mm/anno). Nel periodo 2005-2019, la perdita totale di ghiaccio terrestre dai ghiacciai, dalla Groenlandia e dall’Antartide, ha contribuito per il 36% all’aumento del livello del mare mentre il riscaldamento degli oceani (attraverso l’espansione termica) ha contribuito per il 55%.

Le conseguenze per le comunità interessate

A causa della siccità che ha colpito l’Africa orientale, con precipitazioni inferiori alla media per cinque stagioni umide consecutive, la sequenza più lunga degli ultimi 40 anni, a gennaio 2023 è stato stimato che oltre 20 milioni di persone hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta in tutta la regione, a causa degli effetti della siccità e di altri shock. Allo stesso tempo, però, le piogge record di luglio e agosto hanno provocato vaste inondazioni in Pakistan. Ci sono stati oltre 1.700 morti e 33 milioni di persone sono state colpite, con quasi 8 milioni di persone sfollate. I danni totali e le perdite economiche sono stati stimati in 30 miliardi di dollari. Luglio (181% sopra il normale) e agosto (243% sopra il normale) sono stati i mesi più piovosi mai registrati a livello nazionale.

Nel 2021 2,3 miliardi di persone hanno affrontato condizioni di insicurezza alimentare, per 924 milioni si è trattato di una grave insicurezza alimentare. Le proiezioni stimano che nel 2021 767,9 milioni di persone hanno affrontato condizioni di denutrizione, il 9,8% della popolazione mondiale, la metà di loro in Asia e un terzo in Africa. Le conseguenze sono state forti ondate migratorie che hanno attraversato i Paesi interessati.

 

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